01 gennaio 2000

 

Balcani: Una cronologia radicale


Questa è una cronologia di parte, da me elaborata per RadioRadicale.it e in parte basata su ricerche effettuate nell'area radicale, non ho voluto rimetterci le mani sopra ma lasciarla così con tutte le imprecisioni, le inesattezze e i 'radicalismi' del caso...


 
Si sta svolgendo all'Aja il processo a carico di Slobodan Milosevic. Si parla di Norimberga dei Balcani in quanto l'ex presidente jugoslavo è il primo capo di stato messo sotto processo nel Vecchio Continente dopo una guerra cruenta, che ha ricordato all'Europa gli orrori della Seconda Guerra mondiale. Nonostante gli allarmi alla comunità internazionale, che forse per ragioni di Realpolitik non sono stati ascoltati in tempo. In tempo per evitare che si ripetessero gli stessi errori commessi con i regimi nazista, fascista e comunista.

Questa una cronologia di quanto è avvenuto, a partire dal lontano 1913.

1913

Dopo la fine della dominazione ottomana, il Kosovo viene spartito tra Serbia, Montenegro e Albania

1918

Il Kosovo entra a far parte del Regno di Jugoslavia

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1941-1942

Durante l'occupazione fascista il Kosovo viene annesso alla 'Grande Albania'

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1946

Il Kosovo è provincia autonoma della Jugoslavia, ha una potere di autogoverno sancito dalla Costituzione. Il potere di autogoverno sarà ampliato dalle successive Costituzioni del 1963 e del 1974[torna su]

1980

- accordo di cooperazione con la Comunità europea;
- 4 maggio - muore Tito a Ljubljana;

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1981

- primavera - sommosse in Kosovo (Pristina), gli studenti riportano alla ribalta il problema della provincia autonoma a maggioranza albanese, 9 morti e 250 feriti per la repressione che segue; (ma gli albanesi parlano di 1.600 morti);
- dicembre - 18° seduta del Comitato Centrale serbo; si decise di non modificare la Costituzione ma di interpretarla in senso centralista -democratico rafforzando il controllo di Belgrado su Novi Sad e Pristina;

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1982

- 26/29 giugno - XII Congresso Partito Comunista, aspre divisioni del vertice; Draza Markovic, il politico più rappresentativo della Serbia, che secondo le regole della rotazione, doveva essere eletto membro della Presidenza del partito, non ottenne in prima battuta la prescritta maggioranza dei due terzi; violentissima reazione serba;

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1983

- marzo - venne scoperta a Sarajevo "un'organizzazione musulmana" e dato il via ad un processo contro 13 persone accusate di aver pubblicato, 10 anni prima, una "dichiarazione" di tono fondamentalista; imputato principale Alija Izetbegovic, condannato a 14 anni di carcere;

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1984

- aprile - Milosevic viene eletto presidente della Lega dei Comunisti di Belgrado;
- novembre - il Comitato Centrale serbo elabora 33 tesi che proponevano, tra l'altro, di ripristinare il controllo della Serbia sulla Vojvodina e Kosovo; inizia il processo contro Vojislav Seselj

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1985

- autunno - 2.000 serbi e montenegrini del Kosovo firmano una petizione, sostenuta da 60.000 firme, con cui chiedono di essere protetti da Belgrado dai vicini albanesi; 200 intellettuali di Belgrado pubblicano una petizione di sostegno nella quale si chiede l'abolizione dell'autonomia del Kosovo e la sua occupazione militare;
- settembre - 500.000 volantini e autoadesivi per l'ingresso della Jugoslavia nella CEE e per la libertà di espressione vengono distribuiti da radicali italiani, francesi e belgi, a Belgrado, Dubrovnik e Zagabria. Solo dopo qualche giorno i radicali verranno arrestati, processati ed espulsi

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1986

- 28 maggio - Milosevic diventa presidente della Lega dei Comunisti della Serbia;

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1987

- ottobre - la Presidenza collettiva decise di inviare nel Kosovo 3.000 miliziani federali, addestrati alla guerriglia urbana;
- ottobre/novembre - azioni radicali a a Ljubljana, Zagabria, Belgrado per sostenere la necessità dell'ingresso della Jugoslavia in Europa

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1988

- 30 settembre - XVII seduta della Lega; approvata la richiesta di Milosevic di uno più stretto controllo della Serbia sulle province del Kosovo e della Vojvodina;
- 19 novembre - destituzione di Azem Vllasi (presidente della Lega nel Kosovo) eletto dopo gli avvenimenti dell'81;

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1989

- gennaio - le dimissioni dei dirigenti del Montenegro; - in Slovenia la creazione dell'Alleanza democratica; la formazione del governo federale di Markovic;
- 27 febbraio - Belgrado introduce nella provincia del Kosovo lo stato d'emergenza;
- marzo - riforme della Costituzione serba, Belgrado annulla lo status di autonomia, acquisito con la Costituzione del 1974, di Kosovo e Vojvodina; moti indipendentisti
- 3 marzo - gli eurodeputati radicali, assieme ad altri firmatari, presentano una risoluzione d'urgenza sulla Jugoslavia, a seguito dell'aggravarsi della tensione soprattutto nel Kosovo. Chiedono "di stabilire un piano straordinario di aiuto e di cooperazione, un piano di un montante di un miliardo di ECU, aggiuntivo agli accordi esistenti, e finalmente di dimensioni tali da poter consentire alla Repubblica ed al popolo jugoslavo, che profondi vincoli d'amicizia legano alla CEE, di uscire dalla crisi nell'ambito della società e delle istituzioni della Comunità"
- 8 aprile - Un giornale croato pubblica un rapporto del Ministero degli affari interni dal quale il Partito Radicale risulta inserito nel contesto dei movimenti nazionalistici eversivi. Inoltre si attribuisce al PR l'impiego di metodi violenti, con il fine di destabilizzare la Jugoslavia e l'intenzione di costituire filiali in Croazia. Nessuna pubblicazione della relativa smentita
- 14 aprile - il PE approva una risoluzione d'urgenza sottoscritta da tutti i gruppi per condannare l'uso della legge marziale nel Kosovo; deciso l'invio di una delegazione di osservatori del PE nella regione
- 8 maggio - Milosevic diventa presidente della Presidenza collegiale serba (con 263 voti su 300);
- 28/29 giugno - Sergio Stanzani, invitato dalla Lega dei giovani socialisti sloveni, illustra al palazzo dei Congressi di Lubiana la proposta radicale di ingresso di Jugoslavia e Ungheria nella Comunità europea
- 8 ottobre - convegno ad Otocec di varie opposizioni democratiche jugoslave di Serbia, Croazia, Slovenia e Bosnia. Grazie ai rappresentanti del PR la piattaforma finale afferma la necessita di "… mettere in opera da subito tutte le misure e gli atti necessari per l'adesione della Jugoslavia alla Comunità Europea".
- 15 novembre - Milosevic trionfa al referendum per la Presidenza della repubblica serba;
- 21 dicembre - alla presenza di oltre cento persone, nel Club degli scrittori di Zagabria, viene formalmente costituita l'Associazione radicale per gli Stati Uniti d'Europa, il cui obiettivo è la realizzazione, con metodi nonviolenti e democratici, degli Stati Uniti d'Europa e dell'adesione della Jugoslavia alla Comunità Europea

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1990

- 8 gennaio - indette le prime elezioni libere in Slovenia;
- 21 febbraio - dichiarato il copri-fuoco in Kosovo;
- 25 febbraio - Enver Hadri, Presidente del Comitato di Difesa dei Diritti dell'Uomo in Kosovo, viene assassinato in Belgio (luogo di seduta del suo comitato), il Comitato accusa, in un comunicato, i servizi segreti serbi di aver commesso l'assassinio;
- 1 marzo - stato d'emergenza in Kosovo;
- marzo/aprile - la Presidenza collegiale in accordo con la Repubblica serba, leva il coprifuoco in Kosovo e successivamente lo stato di emergenza; presentazione del programma dei dirigenti serbi per il Kosovo;
- aprile - manifestazioni radicali per chiedere la liberazione dei numerosi prigionieri politici in Kosovo
- 28 aprile - Consiglio europeo di Dublino, si discutono i rapporti con la Jugoslavia;
- giugno - la Commissione europea propone misure concrete per migliorare le relazioni future tra la Comunità e la Jugoslavia (aumento della cooperazione finanziaria, assistenza tecnica e finanziaria, ...);
12 giugno - il ministro degli interni serbo assume il completo controllo delle forze di polizia nel Kosovo;
- 26 giugno - il parlamento serbo sospende il governo e il parlamento della provincia del Kosovo;
- luglio - la riunione clandestina dei deputati albanesi del Kosovo e la proclamazione della separazione dalla Serbia;
- 2 luglio - referendum sulle riforme costituzionali in Serbia; revoca dei deputati del Kosovo dal Parlamento serbo, i deputati albanesi dichiarano l'indipendenza del Kosovo dalla Serbia. Il giorno successivo i 115 deputati albanesi adottano una "dichiarazione d'indipendenza" senza tuttavia parlare di "Repubblica", la Presidenza collegiale condanna questa dichiarazione e giudica che la ripresa del controllo della regione da parte di Belgrado sia una misura adeguata;
- 5 luglio - vittoria referendum sulla Costituzione serba; la dissoluzione del Parlamento, dell'assemblea e del governo locale del Kosovo, la maggior parte degli albanesi che occupano posti di responsabilità nelle strutture pubbliche vengono silurati;
- 10 luglio -a Pristina la polizia impedisce lo svolgimento di un'assemblea organizzata dai radicali di Jugoslavia e promossa dal quotidiano albanese Rilindia
- 17 luglio - Milosevic viene eletto presidente del nuovo Partito socialista serbo;
- 17 settembre - durante l'incontro della Commissione politica del PE con Giulio Andreotti, Presidente di turno della CE, Marco Pannella chiede l'intervento comunitario a favore del Kosovo
- 21 settembre - i radicali di Belgrado organizzano una conferenza in cui Marco Pannella dichiara "Noi siamo qui per operare in difesa dei diritti umani nel Kossovo... perché vogliamo una Jugoslavia democratica negli Stati Uniti d'Europa..." occorre "imporre un dialogo e fermare una politica che sta portando la Yugoslavia allo sfacelo e alla guerra civile"
- 28 settembre - la Serbia adotta una Costituzione limitativa per il Kosovo, che le permette definitivamente di incorporare il Kosovo e la Vojvodina sperando così di mettere fine alle "pretese secessioniste" della comunità albanese; gli ex deputati del Parlamento del Kosovo, di parte albanese, annunciano di promulgare "la Costituzione della Repubblica del Kosovo", che diventerebbe la settima Repubblica della Federazione, Belgrado dichiara immediatamente questo atto illegittimo, a partire da questo momento il Kosovo è posto sotto "sorveglianza" serba;
- 11 ottobre - Il Parlamento Europeo approva una risoluzione, promossa da tutti i gruppi politici su impulso e con il forte impegno del Partito Radicale Transnazionale, che chiede alle autorità serbe di cessare l'intervento militare e repressivo in Kosovo; alla Commissione di subordinare le trattative di collaborazione economica con la Jugoslavia al ripristino dei diritti umani in Kosovo, e che decide di inviare immediatamente nella regione la delegazione per le relazioni con la Jugoslavia

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1991

- febbraio - una delegazione del Parlamento europeo si reca in Jugoslavia e particolarmente in Kosovo;
- 11 febbraio - in Serbia entra in carica il governo del premier Dragutin Zelenovic, composto solo da membri del Partito socialista serbo;
- aprile - la comunità europea, fino ad ora favorevole all'integrità europea, ravvisa l'eventualità di una spartizione dello Stato jugoslavo;
- 17 maggio - sconfitta dell'elezione di Mesic alla Presidenza federale per il voto contrario di Serbia, Montenegro, Vojvodina e Kosovo Presidenza federale vacante (1^ crisi istituzionale);
- 30 maggio - Milosevic presenta al Parlamento serbo una proposta in cinque punti per la soluzione della crisi jugoslava;
- 24 giugno - firmato terzo protocollo finanziario tra la Comunità europea e la Jugoslavia;
- 29 giugno - Stipe Mesic (croato) eletto presidente della Presidenza della federazione jugoslava;
- 2 luglio - i ministri della comunità europea propongono a Milosevic di accettare la nomina di Mesic;
- 5 luglio - riunione dei Dodici a L'Aja che decidono di inviare una nuova Trojka in Jugoslavia (Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo), ravvisano il gelo dei loro aiuti e decidono l'embargo sui materiali militari;
- 8 luglio - gli Stati Uniti si aggiungono all'embargo sulla vendita di armi in Jugoslavia; dichiarazione comune della Trojka "sul regolamento pacifico della crisi jugoslava" adottato a Brioni;
- 9 luglio - una delegazione della CE è inviata a Belgrado per controllare la messa in opera degli accordi di Brioni;
- 14 luglio - osservatori CE arrivano a Zagreb;
- 23 luglio - la comunità europea invita Markovic (primo ministro) e Loncar (ministro degli affari esteri) a partecipare alle discussioni a Bruxelles; appello di Tudjman alla nazione: "Dobbiamo prepararci alla guerra totale";
- 24 luglio - Tudjman chiede l'intervento dei Caschi blu dell'ONU;
- 5 agosto - il responsabile degli affari esteri del Vaticano, Monsignor Jean -Louis Tauran, si reca in Jugoslavia per tentare un'opera di riconciliazione nazionale;
- 6 agosto - riunione dei ministri degli affari esteri dei Dodici a L'Aja alfine di esaminare la proposta franco tedesca di adire il consiglio di sicurezza dell'ONU, in virtù dell'art. 39 della Carta;
- 7 agosto - entrata in vigore del cessate -il -fuoco dichiarato il 3 agosto; lettera comune di Francia, Regno Unito e Belgio all'ONU; l'URSS e la Cina si oppongono a tutti gli interventi del consiglio di sicurezza, ma dopo la risoluzione 688 il diritto di ingerenza dell'ONU negli affari interni di uno Stato sovrano è stabilito;
- 26 agosto - gli scontri toccano la costa adriatica; comincia l'attacco contro Vukovar; Irfan Ajanovic vice presidente del Parlamento federale e portavoce della commissione incaricata di supervisionare il cessate -il -fuoco, si dimette dalla commissione; si stia che 10.000 rifugiati croati si trovano in Ungheria; Tudjman e Kadijevic (ministro jugoslavo della difesa) si sono incontrati;
- 27 agosto - la CE decide di imporre la sua mediazione e un piano di pace per: organizzare una conferenza di pace, creare una commissione d'arbitraggio, esigere un cessate -il -fuoco il 1° settembre; la CE accusa l'armata federale di fare causa comune con la Serbia;
- 29 agosto - Milosevic è ricevuto all'Eliseo; il giorno prima è stato ricevuto Tudjman
- fine agosto - licenziati 6.000 insegnanti albanesi in Kosovo, perché rifiutavano di osservare i programmi scolastici stabiliti dalle autorità serbe;
- inizio settembre - i nove paesi membri dell'Unione dell'Europa Occidentale (i Dodici meno la Danimarca, la Grecia, e l'Irlanda) esaminano l'eventualità dell'invio di una forza di mantenimento della pace;
- 3 settembre - l'accordo del cessate -il -fuoco non è rispettato, gli Stati Uniti denunciano la responsabilità della Serbia e dell'armata federale per il proseguimento dei combattimenti; la CSCE lancia un appello urgente al rispetto, in Croazia, del cessate -il -fuoco; i Dodici riuniti a L'Aja decidono che: la conferenza comincerà il 7, riunirà la presidenza federale, il governo e i presidenti delle Repubbliche, Lord Peter Carrington condurrà le negoziazioni per conto dei Dodici, la commissione d'arbitraggio sarà composta da cinque presidenti di Corte costituzionale dei paesi della comunità;
- 7 settembre - inizia la Conferenza della CE all'Aja, la Comunità richiama, nella sua dichiarazione preliminare all'apertura della conferenza, che non accetterà un ritocco delle frontiere ottenuto con la forza e Milosevic replica che la CE non può imporre delle soluzioni;
- 10 -13 settembre - sulle coste dalmate morti e feriti a Sebenico, Spalato, Dubrovnik, Fiume e Zara assediata;
- 19 settembre - il Canada chiede una riunione del Consiglio di sicurezza per discutere della crisi jugoslava; a L'Aja i ministri degli affari esteri dei Dodici non riescono a mettersi d'accordo sul principio dell'invio di una forza di pace europea;
- 25 settembre - l'ONU decide un embargo totale sull'importazione delle armi e di equipaggiamento militare in Jugoslavia (risoluzione 713); Tudjman, Milosevic e Kadijevic (ministro federale della difesa) si incontrano e convengono che è "indispensabile assicurare la pace in Jugoslavia";
- 26 settembre - referendum clandestino in Kosovo: nasce la 'Repubblica del Kosovo'; la terza seduta plenaria della conferenza si apre a L'Aja, tre gruppi di lavoro si costituiscono al fine di lavorare sui problemi delle minoranze, sulle questioni costituzionali ed economiche;
- 30 settembre - l'UEO decide di rinforzare la presenza comunitaria in Jugoslavia;
- 1 ottobre - l'esercito federale bombarda Zara e Dubrovnik e lancia un ultimatum (distruzione delle installazioni civili "vitali") alla Croazia, accusandola di violare il cessate -il -fuoco del 22 settembre e d'attaccare le caserme e le unità dell'armata; l'Esercito jugoslavo invade il distretto di Dubrovnik e prepara l'assedio della città;
- 6 ottobre - i Dodici condannano "la presa di potere della presidenza federale per alcuni dei suoi membri", indirizzano ugualmente un ultimatum che esige l'arresto delle ostilità per "al più tardi il 7 ottobre", sotto pena di sanzioni economiche (concretamente si appellano alla denuncia dei trattati di cooperazione economica), i Dodici reiterano il loro appello all'ONU; i serbi sono a Pokupsko, 30 km da Zagreb;
- 8 ottobre - il parlamento croato (in una sede segreta per via dei bombardamenti) vota all'unanimità l'indipendenza e la sovranità della Croazia;
- 10 ottobre - il Parlamento europeo rifiuta di sostenere le dichiarazioni d'indipendenza di Croazia e Slovenia; la CSCE esorta la Serbia e la Croazia a rispettare il cessate -il -fuoco, riconosce il diritto all'indipendenza delle Repubbliche jugoslave "all'uscita di un processo di negoziazioni condotto in buona fede e riunendo tutte le parti coinvolte"; incontro a L'Aja tra Tudjman, Milosevic e Kadijevic (ministro federale della difesa), gli accordi di cessate -il -fuoco firmati finora sono riconfermati;
- 16 ottobre - il "blocco serbo" della presidenza collegiale informa Hans Van den Broek (capo della diplomazia olandese) e Lord Carrington, che solo le istanze federali possono confermare le decisioni eventualmente prese dalla Conferenza, dunque in assenza della presidenza gli accordi convenuti a L'Aja sono considerati "illegittimi";
- 18 ottobre - piano europeo di pace respinto dalla Serbia e dal Montenegro; la colonna umanitaria della CE non può accedere a Vukovar malgrado l'accordo specifico concluso il 14 ottobre tra i militari e le autorità di Zagreb; la presidenza collegiale jugoslava al completo partecipa alla riunione plenaria della conferenza a L'Aja, la presidenza federale e Tudjman dichiarano di essere d'accordo nel "dare alle loro rispettive forze un ordine di cessate -il -fuoco immediato e incondizionato", ma l'accordo sulla proposta, presentata da Van den Broek in dodici punti, di rimodellare la Federazione è accettato solamente da cinque Repubbliche, la Serbia lo rifiuta; gli Stati Uniti e l'URSS si associano agli sforzi diplomatici della Comunità, in un comunicato pubblico all'apertura della riunione dell'Aja si dichiarano pronti a "sostenere le misure restrittive applicate dalla CE";
- 19 ottobre - elezioni clandestine del governo del Kosovo; un convoglio di "Medici senza frontiere" riesce a evacuare 109 feriti da Vukovar; l'accordo di cessate -il -fuoco concluso a L'Aja non viene rispettato;
- 22 ottobre - il Parlamento albanese riconosce la "Repubblica del Kosovo, Stato sovrano e indipendente";
- 28 ottobre - un ultimatum è lanciato alla Serbia, dai ministri degli affari esteri dei Dodici, perché cessi di bloccare, prima del 5 novembre, il processo di pace, pena sanzioni economiche;
- 31 ottobre - la prima nave umanitaria, destinata a Dubrovnik, arriva; un nuovo progetto di regolamento della crisi è sottoposto ai rappresentanti delle sei Repubbliche, questa terza versione accorda qualche concessione alla Serbia poich‚ non menziona più il ristabilimento dell'autonomia delle provincie del Kosovo e della Vojvodina;
- novembre - la JNA lascia, ufficialmente, la Croazia;
- 1 novembre - la Serbia accetta lo statuto, proposto dalla CE, per i serbi di Croazia, sfuggendo così alla minaccia di sanzioni economiche;
- 2 novembre - la "battaglia decisiva per la liberazione di Vukovar" è lanciata dall'armata federale;
- 5 novembre - la CE impone il 12° cessate-il-fuoco; il Consiglio d'Europa chiede che le sanzioni siano prese contro la Serbia, di fronte al suo rifiuto del piano di pace della CE
- 6 novembre - Cyrus Vance (emissario del segretario generale delle NU) si reca a Belgrado dove incontra i presidenti di Serbia e Croazia;
- 8 novembre - la CE decide le sanzioni contro l'ex Jugoslavia; durante una riunione a Roma del Consiglio dei ministri degli affari esteri, i Dodici decidono di applicare "misure restrittive" nei confronti delle Repubbliche jugoslave
- 9 novembre - la presidenza federale dimezzata chiede all'ONU l'invio di Caschi blu; alle 10,16 viene distrutto il Ponte di Mostar;
- 20 ottobre/4 novembre - la Commissione di indagine dell'ONU invia a Dubrovnik un'équipe investigativa;
- 12 novembre - i Dodici riuniti a Noordwijk chiedono al Consiglio di sicurezza di "esaminare d'urgenza le implicazioni delle recenti richieste delle parti jugoslave" rispetto alla possibilità d'inviare una forza di mantenimento della pace;
- 15 novembre - tredicesimo cessate-il-fuoco concluso a Zagreb; Ante Markovic (primo ministro federale) viene silurato da una delle Camere del Parlamento;
- 18 novembre Cyrus Vance incontra Milosevic;
- 19 novembre - la caduta di Vukovar dopo 91 giorni d'assedio;
- 20 novembre - i dirigenti croati denunciano l'impotenza degli osservatori europei; Kouchner (segretario di Stato francese per l'azione umanitaria) tenta di mettere in campo un corridoio permanente per i battelli umanitari; formata una commissione d'arbitraggio nel quadro della conferenza di pace;
- 23 novembre - firmato a Ginevra il 14° accordo di cessate-il-fuoco che prevede, tra l'altro l'invio di una forza di mantenimento della pace dell'ONU;
- 25 novembre - Tudjman chiede l'invio di una decina di migliaia di Caschi blu;
- 26 novembre - l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa decide di sospendere lo statuto d'"invitati speciali" accordato due anni fa ai rappresentanti del Parlamento di Jugoslavia; il governo jugoslavo invia una domanda formale, d'invio di "caschi blu", al Consiglio di Sicurezza;
- 27 novembre - il Consiglio di Sicurezza dell'ONU autorizza l'invio di una forza di pace nell'ex Jugoslavia, una risoluzione che appoggia la nuova missione di Cyrus Vance;
- inizio dicembre - gli osservatori europei segnalano, in un rapporto sulle loro attività, che la loro sicurezza, così come la loro missione, è minacciata dall'armata federale che non tiene conto della loro bandiera europea;
- 2 dicembre - la CE decide di abolire le sanzioni economiche adottate l'8 novembre contro la Macedonia, la Croazia, la Slovenia, la Bosnia-Erzegovina e di mantenerle contro la Serbia e il Montenegro; l'Alto Commissariato dei Rifugiati stima in 550.000 il numero di persone che lasciato le proprie case;
- 6 dicembre - i bombardamenti danneggiano il centro di Dubrovnik; gli Stati Uniti annunciano sanzioni economiche contro le sei Repubbliche di Jugoslavia;
- 9 dicembre - tutti i grandi partiti di opposizione serbi levano congiuntamente la loro voce e redigono una autentica requisitoria contro il regime e la guerra; i presidenti delle sei Repubbliche si ritrovano a L'Aja, reiterano il loro desiderio di continuare la Conferenza e la necessità di un dispiegamento di forze dell'ONU;
- 11 dicembre - fallito un rimpasto di governo in Serbia, si dimette il primo ministro Zelenovic;
- 9/10 dicembre - manifestazioni radicali per denunciare il comportamento cieco e vile della Comunità europea e la sua politica di equidistanza che colloca sullo stesso piano gli aggrediti e gli aggressori, i radicali chiedono l'immediato riconoscimento di Croazia e Slovenia, del Parlamento e del Governo del Kosovo quali legittimi rappresentanti del popolo kosovaro e l'ammissione alla Conferenza dell'Aja del legittimo rappresentante del Kosovo
- 15 dicembre - il Consiglio di sicurezza dell'ONU approva all'unanimità la risoluzione 724 che prevede l'invio "di un piccolo gruppo comprendente personale militare" al fine di preparare "il dispiegamento eventuale di una operazione di mantenimento della pace";
- 16 dicembre - i Dodici adottano due testi: un codice di condotta della Comunità per il riconoscimento dei nuovi Stati, e una dichiarazione attinente al caso specifico della Jugoslavia, e decidono di rimandare al 15 gennaio l'esame delle domande di riconoscimento delle quattro Repubbliche che ne hanno fatto richiesta, la Serbia solleva vive proteste contro la CE, sulle sue ingerenze negli affari interni; i Dodici si impegnano con la Grecia a non riconoscere la Macedonia con questo nome;
- 17 dicembre - nuovo premier in Serbia, Radoman Bozovic;
- 25 dicembre - assediata Osijek;
- 29 dicembre - 6 missili cadono alle porte di Zagreb;
- 30 dicembre - il blocco serbo rende pubblico il testo di una convenzione sulla nuova Jugoslavia che definisce il nuovo Stato come successore della Federazione jugoslava; in seguito all'iniziativa di Kouchner i rappresentanti francesi e jugoslavi delle cinque comunità religiose, riuniti a Sarajevo, lanciano un appello per la pace; Vance per la quinta volta in Jugoslavia;
- 31 dicembre - Azione non violenta dei Radicali: 'Capodanno ad Osijek'

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1992

- gennaio - in Sangiaccato hanno luogo elezioni legislative clandestine; il governo italiano decide la sospensione del collegamento aereo tra Roma e Belgrado e l'annullamento dell'accordo aereo esistente tra i due paesi; Cyrus Vance ottiene l'accordo di Belgrado e di Zagreb sul piano di dispiegamento dei "caschi blu
- 2 gennaio - 15° cessate-il-fuoco tra l'armata federale e le forze croate
- 7 gennaio - i Mig federali abbattono un elicottero con cinque osservatori europei vicino Varazdin
- 8 gennaio - il Consiglio di sicurezza adotta, all'unanimità, una risoluzione (727) che prevede l'invio di 50 osservatori militari;
- 9 gennaio - Conferenza europea a Bruxelles;
- 10 gennaio - i Dodici decidono di abolire le sanzioni economiche gravanti sul Montenegro, da questo momento la Serbia è la sola Repubblica a essere ancora oggetto di sanzioni; -
- 12 febbraio - incontro a Podgorica (ex Titograd, capitale del Montenegro) tra Milosevic e Bulatovic sulla creazione di una federazione jugoslava (Serbia-Montenegro);
- 21 febbraio - il Consiglio di sicurezza dell'ONU adotta all'unanimità la risoluzione 743 che istituisce l'UNPROFOR per assicurare la protezione delle enclave serbe in Croazia, è composto da 11.000 militari e 3.000 civili;
- 27 febbraio - riunione a Sarajevo fra la CE e i leader dei tre maggiori partiti di Bosnia ed Erzegovina, i serbi proclamano la repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina;
- 29 febbraio/1 marzo - referendum sull'indipendenza in Bosnia (64% sì), i serbi boicottano le urne e bloccano con barricate Sarajevo, Izetbegovic chiede l'intervento dell'esercito che fa da garante, Karadzic annuncia che i suoi uomini si opporranno in qualsiasi modo all'indipendenza; i primi scontri eclatanti a Sarajevo; manifestazione dell'opposizione in Montenegro favorevole all'indipendenza della Repubblica; referendum in Montenegro per rimanere in Jugoslavia; in più comuni del sud della Serbia a maggioranza albanese si svolge un referendum clandestino sull'autonomia politica e culturale;
- marzo - designazione, clandestina, del governo del Sangiaccato;
- 4 marzo - 6^ missione di Cyrus Vance in Jugoslavia;
- 8 marzo - presunto incidente d'auto di Milosevic a Belgrado; il generale Nambiar arriva a Belgrado;
- 9 -10 marzo - conferenza di pace sulla ex Jugoslavia a Bruxelles, gli Stati Uniti decidono di coordinare la loro politica nei riguardi della Jugoslavia;
- 13 marzo - arriva a Sarajevo il generale indiano Satish Nambiar, comandante dei 14mila Caschi blu;
- 15 marzo - 410 ufficiali e Nambiar arrivano in Croazia;
- 29 marzo - un accordo di cessate-il-fuoco interviene tra le differenti milizie in presenza di rappresentanti della presidenza bosniaca e degli osservatori della CE, al termine di questo accordo viene prevista una zona tampone;
- 30 marzo - la conferenza sull'avvenire della Bosnia-Erzegovina si apre a Bruxelles; i dirigenti dell'opposizione albanese del Kosovo dichiarano che l'avvenire della loro provincia risiede nell'acquisizione della sua indipendenza e in un'alleanza con l'Albania;
- aprile-giugno - massacri in tutta la Bosnia;
- aprile - la Comunità esamina la possibilità di eliminare le sanzioni nei riguardi della Serbia e di riprendere progressivamente gli aiuti economici di fronte alla volontà di cooperazione manifestata dai dirigenti serbi;
- 1 aprile - riunione a Bruxelles dei presidenti delle sei Repubbliche ex jugoslave, optano per l'eliminazione delle restrizioni al commercio esistenti tra i loro paesi;
- 5 aprile - migliaia di persone organizzano per le strade di Sarajevo marce pacifiche, un manifestante trovato ucciso: inizia l'assedio di Sarajevo;
- 6 aprile - la CE riconosce la Bosnia-Erzegovina; i deputati serbi di Bosnia proclamano l'indipendenza della "Repubblica serba di Bosnia-Erzegovina"; i pacifisti protestano di nuovo contro la guerra e la politica dei tre partiti nazionalisti al potere;
- 7 aprile - gli Stati Uniti riconoscono Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina; l'esercito federale jugoslavo prende posizione attorno a Sarajevo; il Consiglio di sicurezza, su richiesta di Boutros-Ghali, decide di autorizzare il dispiegamento totale dei Caschi blu;
- 8 aprile - i combattimenti si intensificano e Izetbegovic dichiara "lo stato d'emergenza e di guerra imminente" in Bosnia-Erzegovina; i deputati serbi lasciano il Parlamento di Bosnia così come i due rappresentanti in seno alla presidenza (Nicolas Koljevic e Biljina Plavsic);
- 13 aprile - crisi ministeriale in Grecia in seguito al dossier macedone, il primo ministro greco, Antonis Samara, decide di silurare il ministro degli esteri;
- 15 aprile - gli Stati Uniti minacciano di fare della Serbia un "paria della comunità internazionale" se Belgrado continua le sue aggressioni verso la Bosnia; la CSCE condanna l'intervento delle forze serbe e federali in Bosnia; sesta missione di Vance;
- 23 aprile - i leader delle tre comunità firmano un nuovo cessate-il-fuoco a Sarajevo
- 24 aprile - il parlamento serbo approva la formazione della Repubblica federale di Jugoslavia, che viene proclamata a Belgrado il 27;
- 29 aprile - ultimatum degli Stati Uniti contro la Serbia, minacciano di chiedere la sua espulsione dalla CSCE ritenendola l'istigatore della situazione;
- 1/2 maggio - i ministri degli affari esteri della CE si incontrano a Guimaraes, Dumas presenta un nuovo piano d'azione;
- 2 maggio - Izetbegovic, di ritorno da Lisbona, viene fermato all'aeroporto da soldati federali; i Dodici, riuniti a Guimaraes, chiedono il ritiro dell'armata federale dalla Bosnia e si augurano che la Macedonia e la Grecia trovino un accordo al più presto;
- 3 maggio - il presidente bosniaco viene rilasciato dopo un nuovo accordo sotto l'egida dei rappresentanti dell'UNPROFOR;
- 8 maggio - nuove epurazioni all'interno dell'Armata federale, destituito anche il capo di Stato maggiore Adzic;
- 11 maggio - la CE adotta le sanzioni diplomatiche contro la Serbia, l'isolamento della delegazione dai forum internazionali, e la rimprovera dei massacri, delle espulsioni, dei bombardamenti, dell'ostruzione degli aiuti umanitari;
- 12 maggio - gli Stati Uniti seguono la CE nelle sanzioni e richiamano i suoi ambasciatori a Belgrado; gli osservatori della CE lasciano Sarajevo; il Comitato degli alti funzionari della CSCE decide l'esclusione della "Jugoslavia" dai suoi lavori sui problemi jugoslavi fino al 30 giugno;
- 14 maggio - bombardamenti ininterrotti su Sarajevo, Nambiar ostaggio dei serbi (verrà rilasciato il giorno dopo), CE, Croce Rossa e ONU lasciano la città;
- 15 maggio - il Consiglio di sicurezza adotta la risoluzione 752; un accordo di cessate-il-fuoco vine concluso sotto l'egida dell'UNPROFOR;
- 18 maggio - nuovo cessate-il-fuoco; secondo l'Alto Commissariato dei Rifugiati 800.000 profughi in seguito al conflitto in Croazia;
- 20 maggio - il Consiglio di sicurezza progetta le sanzioni economiche contro la Serbia, designata, con l'armata federale, come l'aggressore; la Conferenza islamica indirizza una lettera a Boutros-Ghali;
- 22 maggio - la Bosnia-Erzegovina, la Croazia e la Slovenia sono ammesse all'ONU; James Baker considera la possibilità di un eventuale intervento militare;
- 24 maggio - elezioni clandestine in Kosovo, partecipa l'87% degli albanesi, Ibrahim Rugova, leader della Lega democratica del Kosovo eletto Presidente della Repubblica; 'primo ministro' è Bujar Bukoshi, in esilio in Germania;
- 26-27 maggio - l'esercito della Repubblica serba di Bosnia-Erzegovina, agli ordini del generale Mladic, lancia granate sull'ospedale di Sarajevo, e sulla gente in coda per comprare il pane, sul mercato al centro di Sarajevo, la comunità internazionale reagisce molto violentemente a questi nuovi attacchi;
- 27 maggio - la CE ritiene che, dopo i bombardamenti nel centro di Sarajevo, sia venuto il momento di applicare un embargo commerciale contro Belgrado;
- 30 maggio - votato alle NU, con le astensioni di Cina e Zimbabwe, l'embargo totale contro Serbia e Montenegro (risoluzione 757);
- 31 maggio - elezioni per il nuovo Parlamento jugoslavo e amministrative in Serbia, Milosevic ottiene il 40%,
- 8 giugno - il Consiglio di sicurezza decide il dispiegamento di un migliaio di Caschi blu per proteggere l'aeroporto di Sarajevo;
- 15 giugno - elezione di Dobrica Cosic come presidente della Federazione jugoslava; il ministro degli affari esteri di Bosnia-Erzegovina chiede ufficialmente un intervento militare della comunità internazionale; un nuovo cessate-il-fuoco, concluso sotto l'egida dell'ONU, entra in vigore;
- 22 giugno - Alija Izetbegovic lancia un nuovo appello alle Nazioni unite per reclamare "l'uso della forza militare per mettere fine all'aggressione della Serbia contro la Bosnia-Erzegovina"; le autorità bosniache decidono di applicare la risoluzione 757;
- 23 giugno - le autorità serbe impediscono la tenuta della sessione inaugurale del Parlamento della "Repubblica del Kosovo", uscito dalle elezioni del 24 maggio;
- 1 luglio - Milan Panic designato primo ministro;
- 9/10 luglio - al vertice di Helsinki la CSCE decide l'invio nell'Adriatico di navi da guerra dell'UEO;
- 16 luglio - il Segretario generale della NATO dichiara che la NATO coordinerà le operazioni con l'UEO al fine di far rispettare l'embargo contro la Serbia e il Montenegro;
- 18 luglio - il Consiglio di sicurezza adotta una dichiarazione che chiede a Boutros-Ghali un rapporto sulle modalità pratiche della presa in carica dell'ONU di tutte le armi pesanti in Bosnia-Erzegovina;
- 29 luglio - l'Alto Commissariato dei Rifugiati convoca a Ginevra una conferenza per mobilitare la comunità internazionale di fronte a una situazione, senza precedenti in Europa dalla seconda guerra mondiale, che vede quasi 2 milioni di rifugiati e di profughi dell'ex Federazione;
- agosto - si scoprono i primi lager bosniaci; - inizio agosto - sei Caschi blu ucraini feriti a Sarajevo;
- 2 agosto - elezioni in Croazia, trionfo dell'Hdz e del presidente Tudjman;
- 4 agosto - l'ONU chiede a tutti i belligeranti di permettere l'accesso della Croce Rossa ai campi di detenzione;
- 12 agosto - Tudjman presta giuramento e nomina Hrvoje Sarinic primo ministro, il nuovo governo è formato da 15 ministri usciti dall'HDZ;
- 13 agosto - il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizza anche l'uso della forza militare (risoluzioni 770 e 771) per assicurare i rifornimenti di viveri e medicinali in Bosnia e ordina ispezioni nei campi di prigionia dei serbi;
- metà agosto - il generale egiziano Hussein Ali Abdelrasik viene nominato nuovo comandante dell'UNPROFOR in sostituzione del generale canadese Lewis MacKensie;
- 20 agosto - il Vaticano riconosce la Bosnia;
- 25-27 agosto - Conferenza di pace a Londra, Karadzic promette di chiudere i lager e di consegnare l'artiglieria pesante (l'impegno non sarà mantenuto), creazione di un forum permanente a Ginevra co-presieduto da Vance per l'ONU e Owen per la CE;
- 3 settembre - un aereo militare italiano, in volo da Spalato a Sarajevo, viene abbattuto da due missili terra-aria;
- 15 settembre - il Consiglio di Sicurezza dell'ONU decide l'invio di altri 6 mila Caschi blu a Sarajevo;
- 19 settembre - il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite decide che la Repubblica federativa di Jugoslavia (Serbia-Montenegro) non può beneficiare automaticamente dello statuto dell'ex Repubblica federativa socialista di Jugoslavia (risoluzione 777), raccomanda all'Assemblea generale di decidere che la nuova Federazione jugoslava presenti una domanda di adesione alle Nazioni Unite;
- 23 settembre - la Jugoslavia (Serbia-Montenegro) espulsa dall'ONU;
- 24 ottobre - II congresso del partito socialista serbo e elezione di Milosevic alla presidenza del partito;
- 22/26 novembre - a Ljubljana e Zagreb primi incontri interparlamentari tra PE, la Slovenia e la Croazia
- 11/12 dicembre - Consiglio europeo di Edimburgo, i Dodici dichiarano che resta da risolvere la questione del riconoscimento della Macedonia e auspicano che l'autonomia del Kosovo sia ristabilita;
- 20 dicembre - elezioni locali, federali e presidenziali (candidatura di Panic), Milosevic vince le elezioni presidenziali con il 56,32 %;
- 29-30 dicembre - il parlamento federale jugoslavo chiede le dimissioni di Panic

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1993

- gennaio - purghe alla TV e radio serba, 1.000 oppositori di Milosevic rimasti senza lavoro;
- 1 gennaio - Zoran Lilic eletto presidente del parlamento serbo;
- 7 gennaio - il primo ministro del Kosovo, Bujar Bukoshi, in visita al Parlamento europeo lancia un appello: "Intervenite prima che sia troppo tardi";
- 8 gennaio - le milizie serbe uccidono a Sarajevo uno dei tre vice-premier bosniaci, Hakija Turajlic;
- 10 -11 gennaio - la Conferenza di pace a Ginevra;
-27 gennaio - Sergio Stanzani ed Emma Bonino a Sarajevo assediata per favorire l'uscita dalla città del Sindaco Muhamed Kresevljakovic, per permettergli di compiere una missione politica in Europa
- 10 febbraio - gli Stati Uniti approvano il piano Vance-Owen che prevede la spartizione della Bosnia ed Erzegovina in 10 province e la smilitarizzazione di Sarajevo; il Consiglio di sicurezza decide l'istituzione di un tribunale internazionale per giudicare i crimini di guerra;
- 17 febbraio - Il Governo italiano presenta la proposta radicale di statuto del Tribunale ad hoc. Alla proposta italiana si aggiungono proposte analoghe da parte francese e svedese
- 22 febbraio -Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu approva la risoluzione 808 per l'istituzione di un Tribunale Internazionale incaricato di giudicare i crimini di guerra commessi nella ex-Jugoslavia;
-27 febbraio - Il Sindaco di Sarajevo in Italia grazie a Pannella, Bonino e Stanzani
- 22 marzo - la Bosnia presenta un'istanza alla Corte internazionale dell'Aja contro la Federazione jugoslava;
- 31 marzo - il Consiglio di sicurezza dell'ONU autorizza l'uso della forza per far rispettare la 'no-fly-zone';
- 2 aprile - il ministro degli esteri norvegese Thorvald Stoltenberg succede a Vance
- 3 aprile - il parlamento dei serbi di Bosnia respinge il piano di pace Vance-Owen;
- 5 aprile - I radicali chiedono che l'Italia ospiti la Conferenza Diplomatica Onu sulla Corte Penale Internazionale. Il 15 aprile il Governo italiano offrirà tale disponibilità all'Onu
- 18 aprile - il Consiglio di Sicurezza approva una nuova risoluzione contro la Serbia, le sanzioni prevedono, a partire dal 26 aprile, il congelamento dei beni finanziari e misure più rigorose di sorveglianza sul Danubio;
- 29 aprile - Karadzic chiede a Clinton di riunire le parti in conflitto per "aiutarle a trovare una soluzione";
- 8 maggio - Karadzic respinto alla frontiera serba;
- 10 maggio - il Montenegro chiude la frontiera con la Bosnia;
- 15 maggio - referendum nella Repubblica serba di Bosnia sull'accettazione o meno del piano di pace, vince il NO;
-18/21 maggio - Emma Bonino incontra Boutros Boutros-Ghali sui Tribunali ad hoc e sulla Corte Penale Internazionale
- 16 giugno - colloqui di pace a Ginevra;
- 25 giugno - Zoran Lilic eletto presidente della federazione jugoslava Serbia-Montenegro;
- luglio/settembre - colloqui di pace a Ginevra;
- 3 agosto - Milosevic in una località segreta vicino Ginevra per negoziati di pace;
- 29 agosto - proclamata la repubblica di Herzeg-Bosna;
- settembre - gli eventi a Banja Luka;
- 9 settembre - Appello promosso dai radicali per l'entrata in funzione del Tribunale ad hoc sulla ex-Jugoslavia
- 18 settembre - Owen e Stoltenberg incontrano Milosevic a Belgrado;
- 27 settembre - il partito radicale di Seselj presenta una mozione di sfiducia contro il governo;
- 30 settembre - Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro riceve i firmatari dell'appello radicale
- 6 ottobre - secondo rapporto provvisorio della Commissione di indagine istituita dall'ONU;
- 20 ottobre - Milosevic scioglie il Parlamento serbo (dopo gli eventi, l'opposizione insieme a Seselj ha chiesto le dimissioni del governo e la nuova legge sulla TV di stato);
- 23 ottobre - incontro a Belgrado tra Milosevic e Stoltenberg;
- 1° novembre - Boutros-Ghali riceve Emma Bonino che gli consegna le 25.000 firme raccolte in tutto il mondo per l'effettiva istituzione del Tribunale ad hoc sulla ex-Jugoslavia. Boutros Ghali, annunciando in quest'occasione che il TPI si insedierà il 17 novembre all'Aja, sottolinea che "senza il sostegno di gruppi parlamentari, personalità della cultura e ONG l'iniziativa potrebbe correre il rischio di fallire".
- 4 novembre - arresto di 18 esponenti delle formazioni paramilitari delle SSR (il partito di Seselj) a Belgrado e in altre quattro città di provincia;
- 17 dicembre - Fehmi Agani, vicepresidente della Lega democratica del Kosovo, in una conferenza stampa a Pristina dichiara che gli albanesi del Kosovo boicotteranno le elezioni;
- 19 dicembre - elezioni in Serbia, vittoria dei socialisti di Milosevic;
- 21/22 dicembre - colloqui di pace a Ginevra e Bruxelles;

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1994

- febbraio - 4 aerei serbi sono abbattuti dagli USA;
- 5 febbraio - 70 persone ca uccise e 200 ferite nel bombardamento di un mercato del centro cittadino di Sarajevo;
- 10 febbraio - La Commissione Esteri della Camera dei Deputati italiana approva all'unanimità un emendamento, presentato da Emma Bonino, per il quale si prevede un contributo di 3 miliardi di lire per l'anno 1994 da parte dello Stato italiano all'attività del Tribunale ad hoc
- 17 febbraio - la Federazione russa annuncia l'invio di un contingente di 400 reparti nella città di Sarajevo e convince le forze serbo-bosniache ad accettare l'ultimatum della NATO;
- 26 febbraio - Appello internazionale di "Non c'è Pace Senza Giustizia". Campagna nonviolenta del PR in sostegno alle risoluzioni dell'ONU sul Tribunale ad hoc e per l'istituzione urgente di una Corte Penale Internazionale.
- marzo - Olivier Dupuis inizia un digiuno di dialogo di 28 giorni con i membri della V Commissione delle NU, per ottenere la decisione sul finanziamento del Tribunale ad hoc
- 19 marzo - accordo tra Repubblica di Croazia e Repubblica Serba di Krajina;
- aprile - offensiva serba su Gorazde;
- 30 aprile - presentazione del Rapporto Bassiouni;
- 18 maggio - Viene costituito formalmente "Non c'è Pace Senza Giustizia" - Comitato internazionale di parlamentari, sindaci e cittadini - con il compito di sostenere presso l'opinione pubblica internazionale l'attività del Tribunale ad hoc sulla ex-Jugoslavia, ivi compresa l'azione di rappresentanza e di verifica legale delle prove nell'ambito dello svolgimento dei relativi processi; di contribuire inoltre all'istituzione, da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della Corte Penale Internazionale per i crimini contro l'umanità. Al comitato aderirà tra i primi, qualche giorno dopo dalla sua costituzione, Lord Ralf Dharendorf, uno dei padri del pensiero liberaldemocratico europeo
- 10 luglio - al vertice dei G7 a Napoli Eltsin si impegna a premere "energicamente" sui serbi;
- 12 luglio - Il presidente del Tribunale dell'Aja, l'italiano Antonio Cassese, scrive ad Emma Bonino, per ringraziarla "del suo generoso sostegno e delle sue tempestive iniziative" e assicurando che "presto vi saranno i primi processi"
- 22 luglio - i radicali promuovono la prima risoluzione del PE sulle responsabilità di Milosevic;
- 31 luglio - Milosevic, in una dichiarazione a Politika, sollecita i serbi di Bosnia ad accettare il nuovo piano di pace;
- 4 agosto - il leader albanese Ibrahim Rugova ha chiesto che il Kosovo entrasse in confederazione con l'Albania; Milosevic decide la rottura delle relazioni con i serbi di Bosnia e la chiusura dei confini;
- 6 agosto - Karadzic si appella alla mobilitazione generale;
- 14 agosto - l'UNPROFOR ottiene dai belligeranti la firma di un accordo tendente a interdire l'attività dei cecchini a Sarajevo;
- 31 agosto - la Federazione jugoslava (Serbia Montenegro) sospende tutti gli scambi economici con i serbo bosniaci; il giorno dopo Radovan Karadzic minaccia di bloccare gas, acqua, elettricità e cibo per i musulmani e i croati della Bosnia se Belgrado non porrà fine al blocco economico
- 6 settembre - La visita di Papa Giovanni Paolo II a Sarajevo, prevista per l'8 settembre è stata annullata su consiglio della forza di pace dell'ONU, dopo il rifiuto dei serbi di Bosnia di fornire garanzie per la sicurezza della popolazione e del pontefice;
- 9 settembre - il governo di Belgrado ha accettato il monitoraggio delle Nazioni Unite sul rispetto dell'embargo sulle armi contro i serbi di Bosnia;
- 14 settembre - il congresso degli Stati Uniti ha approvato un nuovo disegno politico che porterebbe alla cessazione dell'embargo sulle armi in Bosnia; Secondo il mediatore di pace dell'Unione europea, lord Owen, la comunità internazionale è intenzionata a togliere parte delle sanzioni contro Belgrado, come segno di fiducia dopo le decisioni del governo ostili ai serbi di Bosnia;
- 16 settembre - Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Germania hanno proposto due risoluzioni al Consiglio di sicurezza dell'ONU per sospendere alcune sanzioni contro la Serbia e il Montenegro e per punire i serbi di Bosnia;
- 18 settembre - violenti combattimenti si sono registrati a Sarajevo, mentre continua il blocco degli approvvigionamenti alla città da parte di serbi;
- 19 settembre - il presidente bosniaco Alija Izetbegovic ha accettato la cessazione delle ostilità contro le forze bosniache nei dintorni di Sarajevo,
- 23 settembre - il Consiglio di sicurezza dell'ONU approva delle risoluzioni che prevedono l'alleggerimento delle sanzioni contro la Serbia e il Montenegro, mentre rinforzano quelle contro i serbi di Bosnia e condannano la pulizia etnica;
- 8 ottobre - i cecchini hanno sparato sui passanti a Sarajevo, uccidendo una persona e ferendone altre undici; l'ONU ha sospeso i voli umanitari per la capitale;
- 14 ottobre - le forze serbe bombardano una postazione fortificata sovrastante la città di Mostar; è un serbo bosniaco il primo imputato del tribunale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia;
- 25 ottobre - aumenta la tensione attorno a Sarajevo: le truppe del governo hanno sparato sulle forze dell'ONU, mentre i serbi si sono sottratti all'impegno di togliere un blocco sul carburante destinato alle Nazioni Unite; gli otto partiti che siedono nel Parlamento hanno chiesto la destituzione del comandante militare delle Nazioni Unite, il generale Michael Rose, accusandolo di essere troppo accondiscendente nei confronti dei serbi;
- 31 ottobre - bombardamenti a Sarajevo, un morto e 14 feriti;
- 8 novembre - a L'Aja il tribunale dell'ONU per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia decide se occuparsi del caso del serbo bosniaco Dusa Tadic, detenuto in Germania;
- 11 novembre - le forze serbe, appoggiate dai serbi di Croazia, hanno sferrato una controffensiva contro le truppe del governo nell'enclave di Bihac; il presidente Clinton ha detto che la sua amministrazione non appoggerà più l'embargo sulle armi nei confronti dei musulmani di Bosnia;
- 13 novembre - un tribunale serbo ha decretato che "Borba", quotidiano d'opposizione del paese, manca di una licenza regolare per potere continuare le pubblicazioni;
- 14 novembre - i serbi riconquistano parte dei territori persi recentemente a Bihac; comincia l'assedio di Bihac;
- 21 novembre - raid aereo della NATO contro l'aeroporto serbo di Ubdina nella Krajina;
- 22 novembre - a Belgrado il Parlamento serbo osserva un minuto di silenzio per le vittime di Ubdina; in una nota ufficiale il governo jugoslavo denuncia l'attacco NATO definendolo "infondato e irresponsabile e destinato a incoraggiare gli estremisti"; il capo della Commissione esteri del Parlamento federale, Borisav Jovic, parla di "brutale rappresaglia senza ragioni"; attacco serbo contro le truppe governative a Gata Ilidza, nell'enclave di Bihac;
- 23 novembre - attacco NATO contro una base antimissilistica serba nei pressi di Otoka, vicino a Bihac;
- 24 novembre - i serbi catturano 250 Caschi blu come "assicurazione" contro ulteriori attacchi NATO;
- 26 novembre - l'ONU impone un cessate-il-fuoco;
- 27 novembre - il cessate-il-fuoco non viene rispettato; i serbi prendono in ostaggio circa 150 Caschi blu britannici e olandesi; Kozyrev, dopo un incontro a Belgrado con Milosevic, in una lettera a Boutros-Ghali chiede la revoca dell'embargo contro Belgrado e l'autorizzazione ai serbo-bosniaci a federarsi con la Serbia; Usa e ONU dichiarano che le forze aeree della NATO non possono più impedire ai serbi di conquistare Bihac;
- 28 novembre - Karadzic si dice favorevole a una soluzione globale del conflitto che non comporti discussioni su questioni territoriali;
- 1 dicembre - sette Caschi blu ucraini vengono sequestrati da soldati serbi bosniaci sconfinati in territorio croato;
- 2 dicembre - tre missili anticarro colpiscono il palazzo presidenziale a Sarajevo; l'ONU chiede alla NATO di cessare il pattugliamento dello spazio aereo bosniaco per evitare la minaccia delle postazioni missilistiche serbe; firmato un accordo di cooperazione economica tra i croati e i serbi ribelli della Krajina; ancora combattimenti tra serbi di Krajina e forze del governo croato; la polizia serba arresta un centinaio di ex impiegati statali, accusati di appartenere al movimento secessionista filoalbanese della provincia del Kosovo;
- 3 dicembre - in una lettera a Boutros-Ghali, Karadzic chiede che venga riconosciuto lo Stato serbo-bosniaco Perchéla "Bosnia come Stato unitario non esiste più" e "la leadership di Sarajevo rappresenta solo la comunità musulmana";
- 5 dicembre - due fotografi vengono arrestati dalle milizie serbe a Vojnic;
- 7 dicembre - i due fotografi sequestrati dai serbi di Krajina vengono rilasciati;
- 9 dicembre - con una risoluzione l'ONU riconosce l'integrità territoriale croata definendo "occupate" le zone controllate dai ribelli serbi; per la prima volta da più di due mesi un convoglio umanitario dell'ONU raggiunge l'enclave di Bihac;
- 10 dicembre - il Consiglio europeo, riunito a Essen, prepara un documento in cui condanna i serbo bosniaci per le violazioni della zona attorno a Bihac, oltre ad una ennesima richiesta di cessate-il-fuoco si chiede il ritiro dei serbi dalla regione croata della Krajina; i serbi bosniaci rilasciano altri Caschi blu; a Belgrado simposio nazionale sull'unificazione serba organizzato da tre partiti non parlamentari;
- 12 dicembre - quattro Caschi blu del Bangladesh sono rimasti feriti quando il loro veicolo blindato è stato colpito da un missile anticarro;
- 15 dicembre - Karadzic presenta un piano di pace in 6 punti, che comprende la restituzione di alcuni territori, il rilascio dei Caschi blu e la libertà di movimento dei convogli umanitari; l'ex presidente degli USA Jimmy Carter ha accettato la proposta di Karadzic di fare da mediatore nei negoziati di pace;
- 16 dicembre - Bihac viene raggiunta dal primo convoglio umanitario dopo un mese;
- 18 dicembre - Jimmy Carter arriva a Zagreb;
- 19 dicembre - Karadzic e Carter si incontrano, l'ex presidente americano parla di "impegno" dei serbi per un accordo di pace;
- 20 dicembre - Carter annuncia un cessate-il-fuoco per il 23 dicembre;
- 22 dicembre - due granate colpiscono un mercato di Sarajevo causando 2 morti e alcuni feriti

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1995

- 24 gennaio - Emma Bonino presta giuramento in Lussemburgo come Commissaria Ue agli aiuti umanitari, ai consumatori e alla pesca; due giorni dopo l'insediamento la leader radicale parte per la ex-Jugoslavia, sottolineando con questo gesto l'intenzione di denunciare l'impotenza europea e il disinteresse Onu di fronte alla cronicizzazione della guerra nei Balcani e il dilagare della pulizia etnica nella regione
- luglio - caduta di Srebrenica, la commissaria Ue Emma Bonino si reca a Tuzla, dove si stanno ammassando migliaia di rifugiati, denuncia che vi sono solo donne e bambini, gli uomini di Srebrenica vengono massacrati dalle truppe di Mladic. "Siamo di fornte a un vero e proprio genocidio - denuncia - oltre 4000 mancano all'appello, di 8000 persone non si hanno notizie: sono scomparsi"
- 26 luglio - ordinati gli arresti di Radovan Karadzic, leader dei serbi bosniaci e del generale Ratko Mladic, per "genocidio e crimini contro l'umanità", da parte del Tribunale Internazionale dell'Aja per i crimini di guerra
- agosto - raid aerei Nato contro i serbo-bosniaci
- 11 ottobre - fine dei combattimenti in Bosnia Erzegovina
- 21 novembre - a Dayton, nell'Ohio, Milosevic, Tudjiman e Itzebegovic firmano il piano di Pace degli Stati Uniti
- 14 dicembre - ratificati a Parigi gli accordi di pace di Dayton; viene istituito l'Office of the High Representative (OHR) in Bosnia-Erzegovina; la Nato, e non più l'Onu, vigila sul rispetto degli accordi
- 21 dicembre - il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione n. 1035 decide la costituzione della IPTF (United Nations International Police Task Force) unito ad un ufficio civile delle Nazioni Unite denominato UNMIBH (United Nations Mission in Bosnia and Herzegovina)

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1996

- febbraio - prime azioni dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck)
- settembre - Slobodan Milosevic firma un accordo con Ibrahim Rugova sull'insegnamento della lingua albanese
- 14 settembre - elezioni in Bosnia, vincono i nazionalisti, Itzebegovic presidente
- 16 dicembre - la Nato invia la Sfor in Bosnia

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1997
- gennaio - il Rettore dell'Università di Pristina (capitale del Kosovo), viene gravemente ferito causa dell'esplosione di un'autobomba. La polizia serba arresta decine di militanti dell'Uck - Esercito di Liberazione del Kosovo, accusandoli di atti di terrorismo
- 9 maggio - Il Tribunale per i crimini nella ex-Jugoslavia, dopo quattro anni dalla sua istituzione, emette la prima sentenza di condanna contro Dusan Tadic, serbo-bosniaco. Nel 1997, sono solo otto gli arrestati su 64 incriminati dal Tribunale
- 16 luglio - il parlamento Jugoslavo in seduta straordinaria elegge Slobodan Milosevic alla presidenza federale
- 9 dicembre - si aprono i lavori della conferenza sulla Bosnia a Bonn
-16 dicembre - 17 kosovari di etnia albanese vengono condannati da un tribunale serbo a 186 anni di reclusione

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1998

- 28 febbraio-1° marzo - le milizie serbe uccidono circa venti civili con il pretesto di attuare operazioni di polizia contro i 'terroristi' dell'Uck
- 28 febbraio - 16 persone vengono uccise in scontri tra polizia e manifestanti nei villaggi di Likosani e Cirez
- 5/6 marzo - nella regione di Drenica la polizia serba uccide 58 kosovari di etnia albanese e il leader dell'Uck, Adem Jasari
- 22 marzo - Ibrahim Rugova è rieletto presidente della Repubblica del Kosovo. Belgrado non riconosce la validità delle elezioni
- 23 aprile - referendum in Serbia su mediazione internazionale in Kosovo (vince il NO con il 95%)
- 15 maggio - Primo incontro tra Ibrahim Rugova e Slobodan Milosevic a Belgrado
- 16 luglio - istituito a Pristina un Parlamento composto da 90 deputati di etnia albanese
-18 giugno - risoluzione d'urgenza del PE, promossa dal gruppo ARE (Alleanza Radicale Europea), nella quale si "condanna fermamente il persistere e il moltiplicarsi delle violazioni dei diritti umani fondamentali, il processo di pulizia etnica e le aggressioni estremamente violente compiute dalla polizia speciale serba, da reparti dell'esercito e da forze paramilitari contro la popolazione del Kosovo".
- 6 agosto - il Partito Radicale lancia una campagna internazionale di raccolta firme su una petizione al presidente e al procuratore generale del Tribunale Internazionale sulla ex-Iugoslavia, che richiede l'incriminazione per genocidio e crimini contro l'umanità del presidente serbo Slobodan Milosevic. "Occorre abbattere il regime nazionalcomunista di Belgrado. Occorre fermare l'aggressione del regime di Belgrado in Kosovo. Occorre restituire ai serbi la possibilità di ricostruire la democrazia e lo stato di diritto nel proprio paese. Occorre per questo fermare il Presidente Milosevic".Nel giro di pochi mesi, firmeranno oltre 51.000 cittadini di varie nazionalità, tra i quali centinaia di parlamentari, membri di governo, professori universitari e personalità. Tra i più noti: Michel Rocard, Leo Tindemans, Otto Von Habsburg, Achille Occhetto, David Martin, Wilfried Martens, Antoinette Spaak, Adem Demaci, André Glucksman, Bianca Jagger, Ismail Kadarè, Isabelle Adjani, Antonino Zichichi, Marie-Claire Mendes-France, John Polanyi
- 15 agosto - Con una manifestazione a Piazza Fontana di Trevi, il Partito Radicale transnazionale lancia una campagna di raccolta firme per l'incriminazione di Slobodan Milosevic. "Oggi nel Kosovo, come ieri in Croazia o in Bosnia," - si legge nel testo - "il Presidente Milosevic rilancia la sua politica d'intolleranza e di odio, di guerra e di sangue. Occorre abbattere il regime nazionalcomunista di Belgrado. Occorre fermare l'aggressione del regime di Belgrado in Kosovo. Occorre restituire ai serbi la possibilità di ricostruire la democrazia e lo stato di diritto nel proprio paese. Occorre per questo fermare il Presidente Milosevic. Occorre neutralizzarlo, definitivamente. Occorre incriminare per genocidio e crimini contro l'umanità colui che è stato durante tutti questi anni interminabili il grande regista e il mandante della tragedia dei Balcani."
- agosto - missione umanitaria della Commissaria Ue Emma Bonino in Kosovo
- 1° settembre - Slobodan Milosevic propone dietro pressioni degli Usa un accordo per "una certa autonomia" del Kosovo
- 9 settembre - il gruppo ARE e una decina di europarlamentari di altri gruppi depositano la candidatura al Premio Sakharov "per la libertà di pensiero" per il 1999, del professor Ukshin Hoti, professore di Scienze Politiche all'Università di Pristina, che ha trascorso 8 anni in prigione per crimini di opinione conseguenti alla sua militanza a favore di una soluzione non violenta e negoziata della questione del Kosovo, tra i firmatari Adem Demaci
- 23 settembre - il Consiglio di Sicurezza approva la risoluzione 1199 che prevede l'immediato cessate-il-fuoco in Kosovo e passi per negoziati senza condizioni
- 28 settembre - il parlamento serbo nomina un governo provvisorio del Kosovo, respinto dagli albanesi della regione. Scoperto un massacro di 20 albanesi a Gornje Obrinje;
- ottobre - Non c'è Pace Senza Giustizia, insieme al Partito Radicale Transnazionale, lancia una campagna a sostegno delle attività del Tribunale dell'Aja per i crimini commessi in ex-Jugoslavia, in particolare sull'indagine dei crimini commessi in Kosovo. Nell'autunno del 98, grazie al contributo dell'Open Society Institute, una squadra di giovani esperti legali coordinati da NPSG lavora per quattro mesi in Kosovo per investigare sulle violazioni di diritto umanitario internazionale
- 1° ottobre - l'Onu chiede a Slobodan Milosevic di punire i responsabili del massacro
- 8 ottobre - l'Esercito di liberazione del Kosovo annuncia una tregua unilaterale
- 13 ottobre - via libera della Nato all''activation order'. A Belgrado, dopo nove giorni di colloqui, il mediatore Usa Richard Holbrooke annuncia un'intesa con Slobodan Milosevic, che prevede la presenza di 2.000 'verificatori' Osce per controllare gli impegni previsti dalla risoluzione 1199 dell'Onu

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1999

- 6 gennaio -Risoluzione del Parlamento Europeo per l'Incriminazione di Slobodan Milosevic. La risoluzione condanna la strategia di pulizia etnica in Kosovo ad opera del regime serbo e delle forze paramilitari sul territorio.
- 15 gennaio - a Racak vengono massacrati 45 kosovari di etnia albanese
- 18 gennaio - il procuratore del Tribunale dell'Aja Louise Arbour che indaga sul massacro viene respinto alla frontiera serba; William Walker è espulso dalle forze serbe che sono accusate di essere responsabili del massacro, il 22 l'applicazione della misura di espulsione nei confronti del capo dei 'verificatori' Osce viene congelata da Belgrado
- 28/29 gennaio - 'ultimatum politico' a Milosevic e Uck affinché accolgano l'iniziativa del Gruppo di Contatto
- 30 gennaio - Javier Solana riceve l'autorizzazione dagli ambasciatori Nato ad ordinare interventi aerei
- 2 febbraio - lo stato maggiore dell'Uck decide di partecipare alla Conferenza. Il 4 anche il parlamento serbo vota a favore dell'invio di una delegazione
- 6 febbraio - apertura dei lavori della Conferenza di pace di Rambouillet, nei pressi di Parigi
- 18 febbraio Colloqui di Pace a Rambouillet: viene consegnato il rapporto Kosovo; Boris Eltsin a Bill Clinton: "Mosca non permetterà che venga toccato il Kosovo"
- 22 febbraio - azione congiunta tra il segretario di Stato Usa Madeleine Albright e degli altri membri del gruppo di contatto rispettivamente sull'Uck per la rinuncia al referendum per l'autordeterminazione e su Belgrado per ottenere un 'accordo di principio' per la presenza militare internazionale in Kosovo
- 8 marzo - i dirigenti militari dell'Uck autorizzano la firma dell'accordo di pace raggiunto a Rambouillet.
- 13 marzo - bombe nei mercati di Kosovska Mitrovica e Podujevo (Kosovo). 6 vittime.
- 15 marzo - seconda conferenza di pace a Parigi
- 18 marzo - la delegazione albanese firma l'accordo sull'autonomia del Kosovo, i serbi restano fermi sulla loro intransigenza
- 23 marzo - i serbi non fanno marcia indietro sulle loro posizioni; i negoziati falliscono
- 24 marzo/9 giugno - operazioni militari dell'intervento Nato in Kosovo
- 24 marzo - inizio dei bombardamenti Nato contro obiettivi militari in Kosovo
- 25 marzo - la Jugoslavia rompe le relazioni diplomatiche con Usa, GB, Germania e Francia; iniziano le rappresaglie delle milizie serbe contro la popolazione albanese, bruciati interi villaggi, inizia l'esodo dei profughi; il Partito Radicale, intervenendo nella Sessione della Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, dichiara il proprio sostegno all'intervento militare della Nato in Kosovo
- 31 marzo - le milizie serbe fanno prigionieri tre soldati Usa
- 29 marzo - Incontro tra Javier Solana ed Emma Bonino alla Nato sul disastro umanitario in Kosovo
- 1° aprile - incontro tra Slobodan Milosevic e Ibrahim Rugova
- 2 aprile - Emma Bonino incontra il comandate in capo delle forze Nato in Europa, il generale Clark, per discutere dell'utilizzo di strutture militari Nato in soccorso dei rifugiati kosovari
- 3 aprile - primo bombardamento del centro di Belgrado.
- 9 aprile - Kofi Annan propone un piano in 5 punti; la Nato lo appoggia il regime serbo lo rifiuta;
- 14 aprile - Boris Eltsin nomina Cernomyrdin suo speciale rappresentante. 75 morti per un errore a Djakovica
- 15 aprile - il Parlamento Europeo accoglie la proposta di richiedere l'incriminazione di Milosevic da parte del tribunale dell'Aia per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, respinge invece per soli 6 voti la proposta della Commissaria europea Emma Bonino, a favore della "creazione immediata di corridoi umanitari protetti militarmente", per agevolare i soccorsi ai profughi kosovari
- 18 aprile - la Jugoslavia rompe le relazioni con l'Albania.
- 22 aprile - colpita la residenza di Slobodan Milosevic; radicali avviano un digiuno di tre giorni rivolto a Presidente del Consiglio D'Alema e al Ministro degli Esteri Dini per "l'immediata consegna - come è stato fatto in questi giorni da Tony Blair e da Robin Cook - da parte del Governo italiano alla Procuratrice del Tribunale internazionale sui crimini commessi nella ex Jugoslavia di tutte le prove e documenti che detiene e che possano essere in grado di dimostrare la colpevolezza di Slobodan Milosevic e degli altri dirigenti di Belgrado; l'incriminazione di Milosevic richiesta dai radicali sin dall'agosto scorso, e sottoscritta oggi da oltre 200.000 persone; l'impegno da parte del governo italiano perchè vengano prese tutte le misure necessarie per garantire l'incolumità fisica del Presidente Milosevic affinché possa rispondere dei suoi crimini di fronte al Tribunale de L'Aja; la ratifica immediata del Trattato istitutivo del Tribunale Penale Internazionale permanente per affermare la forza e la primazia del diritto"
- 23 aprile - 10 morti nel bombardamento della tv; embargo petrolifero Ue verso la Jugoslavia
- 24 aprile - "Non c'è pace senza giustizia" ed il Partito Radicale Transnazionale inviano una missione in Albania - guidata dall'europarlamentare Gianfranco Dell'Alba - per valutare le necessità pratiche di coordinamento tra le agenzie umanitarie e le organizzazioni non governative dei diritti umani per assicurare che le testimonianze dei deportati possano essere trasmesse al Tribunale Penale per la ex Jugoslavia
- 27 aprile - bombardamenti Nato vengono distrutte delle case a Surdulica, 20 morti
- 1° maggio - 47 morti vicino a Pristina: colpita una corriera;.
- 2 maggio - vengono liberati i tre soldati Usa
- 5 maggio - il regime serbo autorizza il trasferimento di Ibrahim Rugova a Roma; intervento di Emma Bonino al PE
- 7 maggio - colpiti per errore l'ospedale civile e il mercato di Nis, 20 i morti.
- 8 maggio - le forze Nato colpiscono a Belgrado l'ambasciata cinese tre i morti.
- 13 maggio -bombardamenti Nato a Korisa, 87 morti in campo profughi kosovari; si parla di 'scudi umani'.
- 17 maggio - il presidente finlandese Martti Ahtisaari diventa mediatore Ue per il Kosovo.
- 27 maggio - Slobodan Milosevic incriminato dal Tribunale ad hoc per crimini di guerra e contro l'umanità
- 28 maggio - 28 dicembre In collaborazione con l'International Crisis Group, i radicali conducono il progetto di documentazione delle violazioni del diritto umanitario in Kosovo. Il progetto coinvolge oltre quaranta esperti di diritto e giuristi internazionali e un gruppo di cento volontari locali. Si tratta del più grande sforzo non governativo di documentare la sistematica violazione delle leggi di guerra sul territorio. Il progetto fornirà al Tribunale per la ex-Jugoslavia un database contenente quasi 5000 testimonianze di vittime del conflitto. Fornendo tali informazioni organizzate elettronicamente, è stato facile individuare i testimoni chiave per procedere alle interviste da parte dei funzionari del Tribunale dell'Aja e ricostruire in modo dettagliato la catena degli eventi.
- 31 maggio - a Surdulica viene colpito l'ospedale.
- 3 giugno - il parlamento serbo approva la proposta di pace.
- 9 giugno - firmato l'accordo di pace tra forze Nato e governo di Belgrado

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by Valentina Cosimati 2002
pubblicato su RadioRadicale.it


by Valentina Cosimati
Pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 22 Marzo 2002


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