14 febbraio 2002

 

Al via la controrequisitoria di Milosevic


Conclusa la prima parte della controrequisitoria di Milosevic all'Aja. Slobo chiede di essere liberato, sostiene la sua innocenza, accusa la Nato e reitera le critiche alla Corte
Ultimo aggiornamento: 14 febbraio 2002 h14.30 (CET)

Si è conclusa la terza udienza della Norimberga dei Balcani, dedicata alla dichiarazione preliminare dell'ex capo di stato jugoslavo, che proseguirà nella giornata di domani.
Durante la sua controrequisitoria, durata 4 ore, Milosevic ha denunciato il ''processo politico'' in corso contro di lui, ha chiesto di essere liberato, ha accusato la Nato per i bombardamenti in Jugoslavia e respinto l'accusa di essere responsabile della pulizia etnica in Bosnia.

L'ex uomo forte dei Balcani ha parlato di un "oceano di menzogne" architettato contro di lui con la complicità dei mezzi di informazione occidentali, ha negato che l'esercito e la polizia jugoslavi si siano resi colpevoli di ''crimini sporchi'', commessi, in caso da ''gruppi o individui'' che hanno agito in modo isolato come può accadere in ogni altra parte del mondo

La Nato è colpevole, liberatemi

L'ex dittatore jugoslavo, durante la sua controrequisitoria all'Aja, ha mostrato foto dei bombardamenti della Nato, accusandola di aver colpito scuole, ospedali, edifici pubblici e civili in aperta violazione dei trattati di diritto internazionale.
Milosevic ha continuato ad accusare quindi la Nato di essere responsabile degli orrori che hanno sconvolto i Balcani negli anni '90, mostrando, tra l'altro, un con immagini molto crude di cadaveri di vittime dei bombardamenti Nato in Kosovo.

L'ex uomo forte dei Balcani ha inoltre chiesto di essere liberato, spiegando che non ha intenzione di fuggire.
''Lasciatemi libero - ha chiesto- sapete benissimo che non fuggirò. Tutto il mondo sa che voglio combattere questa battaglia''

L'oceano di bugie della Nato e l'ora buia dei media

''È stato il momento più oscuro della storia dei media, perché ai media è stato dato il compito di essere strumento di guerra e disinformare le opinioni pubbliche''. Milosevic ha attaccato la Nato per aver architettato contro di lui una vera e propria campagna di disinformazione e propaganda, utilizzando i media come arma di guerra, all'interno di un oscuro disegno contro il suo paese

''Questo è solo un atomo, anche meno di un atomo - ha aggiunto - dell'oceano di bugie, prodotte dalla propaganda e dall'abuso dei media globali come mezzi di guerra contro il mio paese''

La lotta contro il terrorismo e i crimini commessi da gruppi isolati

Slobodan Milosevic ha negato oggi all'Aja che l'esercito e la polizia jugoslavi siano stati responsabili di ''crimini sporchi''.
''Questi crimini sporchi non sono responsabilità dell'esercito e della polizia jugoslavi: per loro un prigioniero è sacro'' ha affermato.

L'imputato ha inoltre sostenuto di aver protetto il suo paese dai terroristi dell'UCK, "così come - ha dichiarato riferendosi all'Afghanistan - hanno fatto gli Usa in un'altra parte del mondo"

L'attacco alla pubblica accusa

''I procuratori dicono che è un singolo individuo, ma in realtà mettono sotto accusa il popolo e la nazione serba'', così l'ex dittatore jugoslavo ha cominciato ad attaccare la pubblica accusa, nella sua ormai rituale dichiarazione di illegittimità della Corte.
''È la prima volta da sette mesi - ha detto riferendosi all'inizio della sua detenzione - che mi è data la possibilità di parlare in pubblico''. Inoltre, ha denunciato una disparità di mezzi tra accusa e difesa per la preparazione del processo: "Ho solo un telefono pubblico in cella".

Immancabile l'attacco diretto al procuratore capo del TPI Carla Del Ponte che ha ascoltato impassibile la controrequisitoria dell'ex dittatore.
"Ma come si permette - ha proseguito riferendosi al procuratore capo - di considerare Kosovo e Serbia" come entità separate "sarebbe come considerare separati l'Aja e l'Olanda"

La controrequisitoria proseguirà domani.

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 14 febbraio 2002

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