27 febbraio 2002

 

Milosevic: Liberatemi

Nell'undicesima udienza del processo a carico di Slobodan Milosevic, l'ex dittatore ha chiesto di essere liberato. È iniziata inoltre la testimonianza di Helit Barani, del Consiglio per la difesa dei diritti umani e delle libertà
Ultimo aggiornamento: 27 febbraio 2002 h20.16 (CET)

Questa mattina all'Aja, l'undicesima udienza della Norimberga dei Balcani è iniziata con un'accesa discussione su questioni procedurali.

Milosevic: "Lasciatemi libero"

Slobodan Milosevic ha, tra l'altro ribadito la richiesta di essere scarcerato: "Liberatemi - ha chiesto alla Corte - sapete che non scapperò!". Il presidente Richard May gli ha quindi risposto che "la Corte prenderà in considerazione la richiesta a tempo debito".

L'imputato ha nuovamente sollevato la questione del telefono e della disparità di mezzi nella preparazione di accusa e difesa. Milosevic non riconosce la legittimità del Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini commessi nella ex Jugoslavia e quindi si difende da solo. L'ex uomo forte dei Balcani ha poi sostenuto che le testimonianze non sono da ritenere valide perché "se interrogate Osama bin Laden o i suoi uomini - ha affermato - vi dirà di aver visto personalmente George Bush lanciare bombe"

La testimonianza di Helit Barani

La sessione della mattina si è conclusa con l'interrogatorio e il controinterrogatorio di Besnik Sokoli, testimone diretto delle violenze di esercito e forze di polizia serbe in Kosovo.

Nel pomeriggio è iniziata invece la deposizione di Helit Barani, membro della direzione della Lega democratica del Kosovo e del Consiglio per la difesa dei diritti umani e delle libertà, arrestato 76 volte "al massimo per 24 ore", "col pretesto - ha raccontato - che appartenevo alla Lega democratica del Kosovo e che facevo parte del Consiglio per la difesa dei diritti umani e delle libertà". Barani ha raccolto prove durante gli anni '90 "come dato statistico" a Mitrovica, e ha quindi fornito un quadro dettagliato della situazione di apartheid e di violenza in quegli anni, aiutandosi con alcuni dei documenti raccolti dal Consiglio per la difesa dei diritti umani e delle libertà.

Barani: Una dichiarazione di accettazione della politica serba per lavorare

Helit Barani ha chiarito che durante "il regime serbo" le persone che intendevano continuare a svolgere il proprio lavoro erano costrette a firmare una dichiarazione
in cui accettavano le decisioni del governo serbo e in cui si impegnavano al rispetto delle "leggi" emanate da Belgrado, tra cui quelle concernenti "i confini territoriali" e la "lingua".
Il testimone ha inoltre fornito documentazione alla Corte in merito alle sue dichiarazioni.

La documentazione

"Il consiglio per la difesa dei diritti umani e delle libertà di Mitovica aveva informatori in tutti i villaggi, queste persone - ha spiegato il teste - fornivano informazioni su qualunque violenza dell'esercito serbo".

Barani come membro del Consiglio per la difesa dei diritti umani e la libertà ha infatti raccolto durante gli anni '90 foto, video e documentazione inerente alle violenze perpetrate dalle milizie serbe durante l'ultimo decennio del secolo scorso, anche se molti di questi documenti sono stati però distrutti in seguito alle numerose perquisizioni delle milizie serbe.
"Ho raccolto tutte queste informazioni - ha affermato - non per presentarle qui, perché non sapevamo che ci sarebbe stato un processo di questo tipo, ma per un dato statistico".

Le violenze subite

Durante i numerosi fermi e arresti di cui è stato oggetto, Barani ha "riportato serie lesioni fisiche molte volte"

Helit Barani ha confermato le dichiarazioni rese dai testimoni che lo hanno preceduto sugli incendi delle case da parte delle milizie serbe nei giorni immediatamente successivi ai bombardamenti Nato del 24 marzo .

"Il 25 marzo l'esercito serbo è entrato in molte case e ha dato fuoco a molti edifici, hanno parzialmente espulso gli albanesi dalle loro case e hanno consigliato loro di andare verso l'Albania".

"Non tutti gli abitanti della zona - ha precisato rispondendo ad una domanda dell'accusa che chiedeva delucidazioni - sono stati espulsi dalle loro case in quel giorno, ma nei tre giorni successivi sono stati espulsi tutti gli albanesi, per questo ho detto 'parzialmente'"

Arrivare nella zona in cui si sono verificati i soprusi da parte delle milizie serbe - ha ricordato il teste - era molto difficile. "Il 25 sono riuscito ad arrivare lì - ha raccontato - e ho visto l'esercito serbo mentre espelleva gli albanesi dalle loro case, sono quindi tornato nel mio ufficio dove ho scritto un rapporto su quanto era accaduto".

La testimonianza di Helit Barani proseguirà domani.

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 27 febbraio 2002

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