08 marzo 2002

 

Kadriu mette alle strette Milosevic

Particolarmente movimentata la 17^ udienza della Norimberga dei Balcani. Milosevic ha perso la calma controinterrogando Shabit Kadriu. Il giudice May ha intimato accusato e testimone di non tenere un comizio. L'ex capo di stato ha poi presentato un documento dell'Fbi per dimostrare che nel Kosovo erano presenti cellule del gruppo terroristico legato ad Osama bin Laden

Ultimo aggiornamento: 8 marzo 2002 h18.23 (CET)

Nell'udienza odierna Slobodan Milosevic ha controinterrogato il teste dell'accusa Shabit Kadriu. "Lei ha delle informazioni inesatte" ha affermato il testimone rivolgendosi all'accusato, che si è trovato più volte messo alle strette. L'ex uomo forte dei Balcani ha poi esibito un documento dell'Fbi per dimostrare l'esistenza di cellule di al-Qaeda nel Kosovo e per provare i legami tra Uck, considerato da Belgrado un "gruppo terroristico" e la rete dello sceicco saudita.
Il giudice Richard May, inoltre, ha richiamato all'ordine Milosevic e Kadriu. "Questo è un Tribunale", non un comizio politico, ha tuonato il presidente della Corte

La discriminazione nelle scuole

Slobodan Milosevic ha iniziato il controinterrogario del teste chiedendo chiarimenti sulle affermazioni rese nei giorni scorsi da Kadriu sul regime di apartheid e sulle discriminazioni per gli studenti di etnia albanese.

Nonostante gli accordi firmati tra Ibrahim Rugova e Slobodan Milosevic sull'insegnamento nelle scuole kosovare, "14.000 studenti erano costretti a studiare fuori dalle scuole perché sono stati privati da lei – ha affermato Kadriu rivolto a Milosevic - del diritto allo studio, dovevano studiare in case private e dozzine di insegnanti sono stati arrestati perché cercavano di assicurare loro il diritto allo studio".

Il teste dell'accusa ha quindi chiarito l'affermazione resa ieri per cui i docenti rilasciavano diplomi non riconosciuti dal governo di Belgrado, ma soltanto dal governo clandestino del Kosovo. "Noi avevamo il nostro ministero dell'istruzione, e rilasciavamo i diplomi per gli studenti che per noi erano legali" e che oggi "hanno valore legale"
"Non solo io, ma tutti gli insegnanti [di etnia albanese] sono passati per la porta della sua polizia, e tutti hanno subito maltrattamenti". "Quale ordine stavamo violando – ha chiesto il teste - insegnando ai nostri studenti senza essere pagati per farlo, senza strutture, scappando dalla polizia? In quale altro posto è possibile questo? È discriminazione, eravamo privati – ha aggiunto - del nostro diritto all'istruzione".

La pulizia etnica

"Lei ha portato avanti una pulizia etnica in Kosovo, ecco cosa ha fatto". Così Shabit Kadriu ha risposto alla difesa che continuava a chiedergli di uccisioni di albanesi da parte dell'Uck. "Per quanto ne so io – ha aggiunto il teste - gli albanesi venivano uccisi dalla sua polizia e dai suoi servizi segreti".

"Ogni giorno dalla fine del 1991 la polizia serba utilizzava la scusa" della presenza di 'terroristi' dell'Uck "per entrare nelle case e infliggere maltrattamenti alle persone davanti agli occhi dei loro familiari".

Uck e al-Qaeda, Milosevic cita l'Fbi
Milosevic ha quindi chiesto se Kadriu fosse a conoscenza delle "attività dei mujaheddin in Kosovo", ribadendo la tesi secondo cui le milizie serbe non stavano attuando una pulizia etnica, ma delle operazioni anti-terrorismo, contro l'Esercito di Liberazione del Kosovo, considerato da Belgrado un gruppo terroristico, e contro cellule di al-Qaeda.
"Non è vero che c'erano dei mujaheddin in Kosovo, è una fissazione della sua immaginazione, un disegno della sua fantasia", ha risposto il teste, che ha aggiunto di aver sentito l'accusato parlare in televisione del progetto di una "Grande Serbia"

Milosevic ha però mostrato alla Corte il documento presentato al Congresso degli Stati Uniti dall'Fbi dopo l'11 settembre in cui è documentata la presenza di cellule del gruppo terroristico legato a Osama bin Laden anche nel Kosovo.

Il massacro della famiglia di Adem Yashari

Durante il controinterrgatorio è emersa inoltre una divergenza di vedute tra Milosevic e Kadriu sull'episodio del massacro di 32 persone della famiglia di Adem Yashari, uno dei fondatori dell'Uck.

Secondo la difesa in occasione dell'arresto di Yashari, la polizia ha intimato alle persone che si trovavano all'interno dell'abitazione di consegnarsi e ha poi aperto il fuoco dopo che dalla casa sono partiti dei colpi di arma da fuoco.
"So che tutte le persone che uscivano [dalla casa] sono stati uccise e mutilate, l'unica sopravvissuta è una bambina", ha affermato Kadriu. "Sa quante persone ha ucciso Adem Yashari prima che la polizia lo arrestasse?" – ha chiesto Milosevic.
"Non so se abbia ucciso delle persone, stava portando avanti delle azioni contro il regime serbo, comunque voi lo avete attaccato", "non sto negando – ha risposto il teste - che Yashari facesse parte dell'Uck, ma la sua famiglia è stata massacrata", "non so come sono stati uccisi, ma ho visto i cadaveri, sono stati mutilati, bruciati e giustiziati con colpi di pistola, ero con un gruppo per la difesa dei diritti umani"

Il convoglio di profughi

La difesa ha chiesto chiarimenti sulle affermazioni rese ieri dal testimone in merito al convoglio di 30.000 profughi attaccato dalle milizie serbe. Nello specifico la difesa ha contestato a Kadriu di aver parlato di due membri dell'Uck che hanno consigliato di cambiare percorso per la presenza di milizie serbe sul tragitto, mentre secondo la difesa i miliziani dell'Uck sarebbero stati almeno tre.

"Nel convoglio c'erano i due soldati dell'Uck che si possono vedere nel video, ma non sono venuti con noi, ci hanno solo detto di cambiare direzione" – ha chiarito Kadriu, aggiungendo che "gli aerei Nato continuavano a sorvolare la zona [tra Prizren e il confine con l'Albania] e credo che questa sia stata la nostra unica salvezza"

May: Siamo in un tribunale

Il tono del dibattimento in aula è stato piuttosto acceso, in questa diciassettesima udienza. Slobodan Milosevic ha perso la calma e la freddezza che lo contraddistingue e ha attaccato il testimone su questioni politiche, Kadriu ha risposto con la stessa moneta e il presidente Richard May è intervenuto ricordando che il Tribunale dell'Aja non è un luogo per comizi politici [La dichiarazione di May]

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 08 marzo 2002

This page is powered by Blogger. Isn't yours?