13 marzo 2002

 

Milosevic contesta esperto HRW

Oggi Milosevic ha controinterrogato il teste dell'accusa Bajram Bucaliu. In aula sono stati mostrati i risultati dei rapporti Human Rights Watch sulle violazioni dei diritti umani in Kosovo, ma l'ex uomo forte di Belgrado ne ha contestato la validità scientifica
Ultimo aggiornamento: 13 marzo 2002 h21.23 (CET)

Nella ventesima udienza del processo a carico di Slobodan Milosevic si è conclusa la testimonianza di Bajram Bucaliu ed è stato ascoltato il consulente dell'accusa Patrick Ball, studioso di statistica che ha collaborato con Human Rights Watch per la stesura di vari rapporti sulla violazione dei diritti umani nel mondo, tra cui quelli sul Kosovo.

La testimonianza di Bajram Bucaliu

Bajram Bucaliu è stato oggi controinterrogato dalla difesa in merito alla sua personale esperienza di profugo verso la Macedonia e in particolare in relazione ai documenti presentati ieri in aula in cui si evidenziano irregolarità nel traffico ferroviario verso la Macedonia dopo il 24 marzo 1999.


Dall'analisi dei registri, ha messo in luce Bucaliu, si evince che "i treni verso il confine erano treni irregolari", nella maggior parte dei casi scortati da forze di polizia. Il teste ha quindi parlato di 'treni-profughi', con cui i kosovari erano costretti a dirigersi verso il confine

Il teste ha chiarito che non è stato intimato agli abitanti del suo villaggio di abbandonare le proprie abitazioni, specificando: "Non credo che qualcuno voglia lasciare la propria casa senza portare nulla con sé e senza sapere cosa succederà dopo, abbiamo lasciato le nostre case per salvare le nostre vite, per rimanere vivi".

Bucaliu ha confermato quanto dichiarato ieri in merito alle azioni delle milizie serbe. "L'esercito regolare, che si era presentato come tale, ad un certo punto ha iniziato a dar fuoco alle case"

L'esperto chiamato dall'accusa


L'accusa ha quindi chiamato a deporre Patrick Ball, esperto di statistica che ha collaborato con Human Rights Watch per la stesura di vari rapporti sulla violazione dei diritti umani nel mondo, tra cui quelli sul Kosovo.
Durante l'udienza Ball ha mostrato grafici e documenti concernenti la ricerca svolta sui flussi di profughi kosovari tra marzo e giugno 1999, nel periodo dei bombardamenti Nato.


I rapporti evidenziano un notevole aumento dell'afflusso dei profughi in concomitanza con l'inizio dei bombardamenti, ma soprattutto in concomitanza con l'intensificarsi delle violenze perpetrate dalle milizie serbe nei confronti di civili kosovari di etnia albanese. Le ricerche di fatto confermano quanto messo in luce dalle deposizioni dei testimoni chiamati finora dall'accusa, e cioè che nei giorni immediatamente successivi al 24 marzo 1999 le milizie serbe hanno commesso una serie di crimini contro la popolazione, tra cui si rileva un alto numero di esecuzioni. In conseguenza dell'intensificarsi della violenza da parte delle forze militari, di polizia e paramilitari del governo di Belgrado, centinaia di migliaia di kosovari principalmente di etnia albanese si sono visti costretti a lasciare le loro case e i loro villaggi verso l'Albania e la Macedonia.

L'ex capo di stato jugoslavo sta, dall'inizio del processo, cercando invece di dimostrare che i villaggi sono stati distrutti dalle bombe Nato, che ha colpito di proposito obbiettivi civili, e che i kosovari hanno cercato una via di fuga verso l'Albania e la Macedonia per sfuggire a quella che la difesa definisce "l'aggressione Nato"

La difesa contesta la credibilità scientifica delle ricerche


Milosevic ha chiesto di controinterrogare lo studioso immediatamente dopo l'accusa, nonostante l'ora tarda, in quanto riteneva che gli studi presentati in aula non fossero validi scientificamente, e comunque "un po' approssimativi".
In particolare la difesa ha contestato a Ball che le ricerche erano state finanziate dal governo statunitense, quindi da considerarsi scarsamente obiettive. Secondo quanto focalizzato da Milosevic, infatti, questo tipo di ricerca statistica è comunque abbinata ad una ricerca sociologica che dovrebbe tenere in considerazione una serie di variabili complesse, soprattutto "in una situazione così intricata come quella nel Kosovo".

"Non sono un'analista politico", ha risposto all'ex dittatore jugoslavo il dottore di ricerca interpellato dall'accusa.
"Come si può portare avanti uno studio sui flussi dei profughi senza avere la minima idea della situazione storica, economica, politica, militare, sociale?" – ha chiesto Milosevic.
"Abbiamo preso in considerazione diversi fattori, e differenti posizioni" politiche e ideologiche, ha chiarito Ball.

Slobodan Milosevic ha chiesto se fossero state prese in considerazione anche le sue posizioni "Sì", ha risposto lo studioso.
"Allora lei non le ha comprese correttamente", ha ribattuto l'imputato.

"La statistica può essere utilizzata per dimostrare qualsiasi cosa, e può essere utilizzata per fini politici, così come la chimica può essere utilizzata per la ricerca ma anche per la creazione di bombe nucleari" – ha affermato la difesa.

Il giudice May ha quindi chiesto se vi fosse alcuna indicazione da parte del governo statunitense su come portare avanti la ricerca e Patrick Ball ha chiarito di "non aver mai avuto rapporti diretti con esponenti del governo statunitense, a tal proposito può essere utile specificare che i miei lavori per quanto riguarda El Salvador e il Guatemala sono piuttosto critici nei confronti degli Stati Uniti e della politica statunitense"

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
Roma, 13 marzo 2002

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