12 aprile 2002

 

Milosevic, la Nato cercava solo scuse per attaccare

Prosegue oggi la deposizione di Karol Drewienkiwicz sugli attacchi delle milizie serbe nei confronti della popolazione civile. Il teste chiarisce che le violenze erano più che consentite dalle alte gerarchie militari. Milosevic accusa l'OSCE di aver cercato solo di trovare le prove per attaccare.

L'Aja, 12 aprile 2002

Karol Drewienkiwicz ha oggi proseguito la deposizione, fornendo spiegazioni dettagliate sulla presenza di forze paramilitari e degli attacchi delle milizie serbe nei confronti della popolazione civile prima dell'intervento NATO. Drewienkiwicz ha chiarito inoltre, documenti alla mano, che Milosevic, le alte gerarchie militari e politiche hanno di fatto autorizzato le milizie sul territorio a compiere azioni violente e a distruggere edifici civili.

Drewienkiwicz: gli ordini vevnivano dall'alto, Milosevic non poteva non sapere

Il teste dell'accusa ha evidenziato che le milizie serbe hanno portato avanti delle azioni provocatorie, abusando del proprio potere, sia nei confronti della popolazione civile che nei confronti dell'Uck. Karol Drewienkiwicz ha quindi fornito un quadro della composizione dell'Esercito di Liberazione del Kosovo, affermando che "sicuramente c'erano delle persone che avevano contatti con la criminalità ma la maggior parte delle persone che hanno abbracciato l'Uck lo hanno fatto per motivi più ideologici, sono entrati nell'Uck perché pensavano che fosse necessario ribellarsi contro un regime che li rendeva oppressi".

"È evidente, nei documenti ufficiali del comando militare serbo, che c'erano delle chiare indicazioni su come fronteggiare i ribelli, che venivano da alti livelli della gerarchia militare".

In sostanza il teste ha fornito prove, del governo, del comando militare serbi e dell'OSCE in cui viene smentita di fatto l'affermazione di Milosevic per cui le violenze da parte delle milizie serbe sono state commesse da gruppi isolati di violenti. Karol Drewienkiwicz ha documentato l'esistenza di indicazioni molto precise da parte dei comandi militari centrali per quanto riguarda le attività che i comandi locali dovevano tenere in zone in cui si sospettava che vi fossero delle attività di gruppi di sabotaggio terroristico. "Sono affermazioni molto pericolose, perché danno molte licenze alle milizie sul territorio di operare con violenza"
"Se per esempio vi era un terrorista nei pressi di una moschea - ha spiegato - questo dava il via libera alla distruzione della moschea"

Milosevic: La NATO cercava solo scuse per attaccare

Nel controinterrogatorio, Milosevic ha affermato che l'OSCE e in particolare la KVM non ha fatto nulla per cercare una soluzione diplomatica alla crisi balcanica, ma ha di fatto solo raccolto prove e cercato delle scuse per l'attacco NATO.

L'ex uomo forte di Belgrado ha affermato che le missioni dell'OSCE, anche quelle diplomatiche erano composte più da militari che da personale diplomatico.
"Sì - ha risposto il teste - ma l'obiettivo era diplomatico".

L'ex capo di stato continua dunque nella linea difensiva scelta dall'inizio.

"Crede davvero di aver fatto, da parte sua, tutto ciò che era nelle vostre possibilità per raggiungere un accordo?" - ha chiesto la difesa.
"Abbiamo fatto tutto il possibile, fino all'ultimo periodo in cui la situazione era andata peggiorando sempre di più".
"La sensazione, a livello globale, era che - ha proseguito MIlosevic - la KVM fosse totalmente dalla parte degli albanesi e della NATO".
Durante il controinterrogatorio, Milosevic ha contestato la tesi espressa dal testimone sulle difficoltà di trovare un accordo, ma anche di comunicare con le autorità serbe, citando documenti ufficiali OSCE, firmati dal capo della KVM, Keller.

"C'era l'intenzione di arrivare alla guerra prima della missione, quello che stavate cercando era solo una scusa per attaccare".

by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 12 aprile 2002

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