15 luglio 2002

 

TPI: Crosland, Se Belgrado voleva combattere l'UCK ha fallito


Crosland: Le milizie serbe hano fallito completamente, se l'intenzione era quella di combattere i terroristi dell'Uck e non attuare una pulizia etnica. Torna in aula Baccard, con un rapporto agghiacciante, ma Milosevic controbatte in modo ridicolo.


L'Aja, 15 luglio 2002 - Dopo mesi di deposizioni contraddittorie e colpi di scena più o meno preparati ad arte, comincia ad essere chiara la strategia dell'OTP sulla spinosa questione dell'Uck e l'esperto militare britannico John Crosland ha specificato che il ben organizzato esercito serbo ha completamente fallito la strategia per sgominare un gruppo male armato di terroristi, se questo era lo scopo effettivo delle violenze contro i civili e i villaggi del Kosovo.

Eric Bacard, esperto di medicina legale del TPIY è tornato in aula e ha spiegato un punto poco chiaro, secondo la difesa, degli esami condotti nella zona di Cirez.
Iniziata inoltre la deposizione di Merita Dedaj, una ragazza di 19 anni.

Il controinterrogatorio di Crosland

L'esperto militare britannico John Crossland ha chiarito alcuni punti molto importanti nel processo e in particolare ha evidenziato che l'esercito serbo avrebbe sbagliato completamente tattica se l'obiettivo dell'uso della forza militare in Kosovo fosse stato veramente la lotta al terrorismo.

Nello specifico, l'esperto militare specializzato in terrorismo che ha testimoniato con il volto coperto per motivi di sicurezza, ha spiegato che la lotta al terrorismo si svolge con modalità affatto diverse da quelle utilizzate dall'esercito serbo e ha sollevato la questione della credibilità della tesi portata avanti da Milosevic (uso della forza per sgominare i terroristi dell'UCK) anche dal punto di vista 'tecnico'.

La strategia dell'OTP

All'inizio del processo la Procura Onu ha presentato dei testimoni che negavano la presenza dell'Uck, in un secondo tempo - in particolare a partire dalla deposizione di Paddy Ashdown - è stato chiarito che l'Esercito di Liberazione del Kosovo era presente sul territorio in modo consistente e organizzato su vari livelli, che vi era una frangia dell'organizzazione con caratteristiche tipiche di un gruppo terroristico, ma che di base si trattava di una milizia male equipaggiata di resistenza.

Il fallimento totale della lotta contro l'Uck è stata - ha affermato l'esperto britannico - una strategia sbagliata che probabilmente aveva alla base un disegno di ben altra natura.
"Il problema non era tanto la lotta al terrorismo ma il modo in cui le sue forze l'hanno portata avanti - ha affermato il teste rivolgendosi direttamente all'imputato - bruciando case, stuprando donne, uccidendo civili, con un uso peraltro smodato della forza militare"

MILOSEVIC: "Quello che sta asserendo è che le forze di polizia e dell'esercito attaccavano cittadine pacifiche?"
CROSLAND: "Esattamente, ma io non posso parlare di altro che di quello che ho visto con i miei occhi. La base della mia testimonianza è che le sue forze hanno utilizzato una tattica sbagliata. Ho riconosciuto che vi era un problema di tipo terroristico, ma anche che le sue forze hanno fallito".
MILOSEVIC: "Come quindi hanno potuto queste truppe di miliziani male armati riuscire a controllare il 25% del territorio di fronte ad un esercito ben organizzato e ben equipaggiato?"
CROSLAND: "Se le forze regolari avessero attaccato i punti nodali, probabilmente sarebbero riuscite nell'intento di sgominare il terrorismo ma non so per quale motivo non ci siano riusciti".

La Procura sta quindi dimostrando il caso e sta provando tutte le accuse rivolte all'ex capo di stato yugoslavo: genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
L'anello mancante sembra però la dimostrazione che tutte le direttive militari partivano da Belgrado, e in particolare dietro preciso ordine di Sloboban Milosevic, che secondo Carla Del Ponte voleva realizzare una Grande Serbia.

Nei prossimi giorni sono attesi importanti testimoni 'interni' che potranno fornire un quadro dettagliato delle relazioni tra attività delle forze armate in Kosovo e governo centrale e dimostrare, o smentire, che le direttive venivano prese da Belgrado considerando tutte le forze a dispozione, dietro un preciso disegno criminale ordito dall'imputato per la pulizia etnica.

Baccard torna in aula

Il medico legale francese Eric Baccard è oggi tornato in aula per confermare i dati degli esami condotti dal gruppo francese, anche se non guidato da lui al momento delle analisi, nella zona di Cirez.

Il team di patologi francesi aveva rilevato che alcune giovani donne erano state violentate e gettate in pozzi profondi 4 metri.
Baccard ha oggi confermato sia lo stupro che l'assassinio.

Milosevic ha quindi chiesto al medico legale, sfiorando il ridicolo, se fosse tecnicamente possibile che le ragazze abbiano deciso di gettarsi nei pozzi per scappare quando hanno visto i militari.
"Tecnicamente è possibile - ha affermato Baccard - ma è altamente improbabile che una persona possa sbattere la parte anteriore della testa contro la parete del pozzo e possa causarsi delle ferite di tale entità nella zona inguinale"

La testimonianza di Merita Dedaj

È iniziata inoltre la deposizione di Merita Dedaj, una ragazza di 19 anni che tre anni fa ha perso il padre e il fratello, fucilati da militari serbi in una esecuzione sommaria durante l'espulsione dei kosovari di etnia albanese dalla sua cittadina, nella municipalità di Djakova.
La testimonianza proseguirà domani.


by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 15 luglio 2002

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