16 luglio 2002

 

TPI: Kosovo, le esecuzioni sommarie


Due ragazze della municipalità di Djakova raccontano come sono stati 'liquidati' gli uomini delle loro famiglie. Milosevic fa perdere la pazienza a May


L'Aja, 16 luglio 2002 - Due ragazze di 19 anni in aula raccontano le loro tragedie personali e dimostrano come le forze militari e di polizia serbe hanno sistematicamente ucciso in modo sommario kosovari di etnia albanese, in particolare di sesso maschile, per evitare la riproduzione della 'razza albanese' in 'territorio serbo'.
Ambedue avevano 16 anni quando i loro padri e fratelli sono scomparsi, hanno visto i militari sparare verso di loro ma stanno ancora cercando i corpi.
Intanto l'OTP ha provato altri due capi d'imputazione del lungo atto d'accusa contro l'ex presidente yugoslavo.
Il giudice May ha perso la pazienza per l'ennesima domanda non pertinente della difesa e ha chiarito a Milosevic che, anche se l'imputato riuscisse a provare l'esistenza dell'Uck, questo non giustificherebbe le esecuzioni sommarie, le deportazioni, le violenze perpetrate dalle milizie serbe

La deposizione di Merita Dedaj

Il 27 aprile alle 6.30 di mattina militari dell'esercito yugoslavo sono entrati nella casa in cui Merita Dedaj, studentessa di liceo di Guska, era rifugiata insieme alla sua famiglia. Hanno diviso gli uomini dalle donne e dai bambini e hanno costretto suo padre, suo fratello e altri suoi parenti di sesso maschile a stare in piedi con la faccia rivolta verso il muro di una casa poco distante.

La teste ha sentito spari provenire da quella direzione e ha poi visto i 9 uomini a terra. A quel punto è stata costretta a lasciare il Kosovo verso l'Albania in un convoglio di sole donne.
Non ha mai ritrovato i corpi dei suoi familiari, che risultano ancora 'dispersi'

La testimonianza di Merfidete Selmani

Lo stesso giorno in cui Merfidete Selmani ha perso i suoi parenti, a Dobros, un paesino poco distante da Guska, nella municipalità di Djakova, Merfidete Selmani perdeva i suoi parenti più stretti di sesso maschile.
Anche suo padre e suo fratello, un ragazzo che "è stato nell'Uck per una settimana", sono scomparsi quel giorno.

Milosevic ha cercato di dimostrare che sono scomparsi a causa dei bombardamenti NATO, ma durante il riesame dell'accusa la teste non lasciato spazi per altre interpretazioni.
SELMANI: "Sono scomparsi il 27 aprile e non ne sappiamo nulla da quel momento, non sappiamo dove siano o se siano ancora vivi"
RYNEVELD: "Quel giorno ha sentito rumore di bombardamenti?"
SELMANI: "No"
RYNEVELD: "Quel giorno ha visto miliziani dell'Uck?"
SELMANI: "No"

May perde la pazienza

Nel controinterrogatorio di Merfidete Selmani, Milosevic ha chiesto alla testimone di descrivere eventi in cui soldati serbi sono stati uccisi nel 1998, quando la teste aveva 15 anni, nella municipalità di Djakova.

"Qual è la rilevanza di tutto questo? - è intervenuto il presidente della Terza Corte rivolgendosi direttamente a Milosevic - La teste ha descritto l'uccisione di persone e il fatto che suo padre e suo fratello sono scomparsi nell'aprile del 1999. Ora, in che modo sapere quanto avvenuto nel maggio del 1998, in questo contesto particolare, aiuta la Corte? Un anno prima! Il fatto che vi siano stati incidenti, che vi possano essere stati eventi un anno prima, forse potrebbe, ma non è detto, essere rilevante - ha chiarito May - per il caso nella sua complessità. La testimone non ne sa nulla direttamente, quindi non è di ausilio alla Corte in alcun modo, per quanto riguarda la sua deposizione che tratta di quanto accaduto alla sua famiglia e di quando sono stati espulsi. Questa è la parte rilevante. Inoltre - ha aggiunto - il fatto che l'Uck possa aver commesso crimini, non giustifica i crimini di cui è imputato dall'atto d'accusa"


by Valentina Cosimati
pubblicato su RadioRadicale.it
L'Aja, 16 luglio 2002

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